L’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena nel Nord della Sardegna eserciterà il diritto di prelazione per acquistare l’Isola di Budelli, ceduta prima a una società milanese e poi a un naturalista neozelandese, (come abbiamo raccontato nel nostro articolo sulle isole italiane in vendita). E’ quanto è emerso ieri in occasione della conferenza stampa convocata dalla Fondazione UniVerde e dall’Ente Parco di La Maddalena, in collaborazione con Change.org, nella sede romana della Regione Sardegna.
Tutti gli intervenuti sono fra i promotori della campagna lanciata da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde ed ex Ministro dell’Ambiente su Change.org per restituire Budelli all’Italia, che ha raccolto in pochi giorni 56mila firme senza alcuna copertura mediatica, ma solo con il tam tam della rete.
L’isola è nota ai più per la famosa Spiaggia Rosa, che come ha spiegato Giuseppe Bonanno, Presidente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, “E’ un ambiente unico. Un insieme di correnti particolari portano su questa spiaggia pezzettini di miniacina, un organismo simile al corallo che vive alle radici della posidonia”. La spiaggia è diventata bianca nel corso degli anni a causa del fatto che alcuni turisti portavano via buste e barattoli pieni di sabbia rosa, ma “il deposito di miniacina si sta riformando – ha annunciato Barbera con soddisfazione.
“Le risorse che dovrebbero essere trovate per riportare l’isola di Budelli a essere bene comune sono inferiori all’1% dei soldi spesi per il G8, mai avvenuto, della Maddalena. – ha detto Pecoraro Scanio, introducendo il tema della giornata. – Non riuscirci sarebbe una sconfitta dello Stato italiano. E poi – ha aggiunto – il privato può anche essere ambientalista, ma i figli? I nipoti?”.
L’ex ministro ha poi commentato, insieme al direttore campagne di Change.org, il fatto che con questa raccolta firme si sia voluta lanciare una petizione propositiva, non tanto per dire “no” a qualcosa, bensì per indicare un obiettivo positivo e preciso, dando anche indicazioni su dove reperire i fondi necessari per raggiungerlo.
“Questa è una cosa molto educativa per un paese come il nostro, che è in genere un po’ anarchico”, ha detto. “Quello di Budelli è un caso paradossale, perché non si tratta di un bene in disuso e il suo costo di gestione è estremamente basso, senza contare che lo stato dovrebbe vigilare comunque”, ha concluso Pecoraro Scanio. Almeno con un custode.
“La mobilitazione lanciata su Change.org e l’immediata adesione di decine di migliaia di persone – ha dichiarato Salvatore Barbera, direttore delle campagne di Change.org – dimostra come la rete sia estremamente sensibile a quelle azioni che puntano a difendere l’ambiente e a preservare quel patrimonio naturalistico e culturale che fanno del nostro Paese un luogo unico al mondo”.
Tornando al caso di Budelli, i capigruppo parlamentari di Sel Gennaro Migliore e Loredana De Petris hanno presentato un emendamento alla legge di stabilità perché lo stato italiano ricompri l’isola. Un’altra strada legale, come spiegato dall’ex dirigente dei Verdi Giuseppe Carugno, sarebbe l’atto di indirizzo, mediante il quale il Ministro competente trova le risorse all’interno dei capitoli di gabinetto. Anche una mozione potrebbe impegnare il parlamento a trovare le risorse necessarie, ha concluso.
È quindi intervenuto Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf ricordando che il Fondo, da lui diretto per tanti anni, ebbe in gestione per conto dello stato l’isola di Razzoli, sempre nello stesso arcipelago in Sardegna e addirittura un’intera foresta di 10mila ettari, riscattata con i fondi raccolti dai cittadini. “Lo stato dovrebbe sempre essere garante, – ha detto. – E dovrebbero esserci degli incentivi a investire nell’ambiente. Questa petizione vuole essere anche uno stimolo per il Parco su come gestire queste isole. Si dovrebbe accedere per prenotazione a piccoli gruppi e pagando una piccola quota”.
E questo potrebbe portare un ricavato che compenserebbe le spese del riscatto dell’isola, della gestione e del custode. “Se il turista è disposto a pagare per vedere un luogo – ha spiegato Giuseppe, il pronipote di Garibaldi e a sua volta guardiano dell’isola di Caprera – questo diviene una risorsa per tutti. Il mio bisnonno ha girato tutto il mondo, ma poi ha deciso di stabilirsi a Caprera. Perché queste isole sono uniche al mondo”.
“Trovo che sia scandaloso che stiamo qua a parlare tipo i carbonari per salvare qualcosa che dovrebbe essere scontato – ha commentato Jimmy Ghione di Striscia la Notizia, testimonial della campagna – con i milioni di euro che vengono sprecati tutti i giorni”. Poi, portando una ventata di allegria nella sala, ha aggiunto: “Spargi potrebbe essere Romeo e Budelli Giulietta. Rischieremo un giorno che Giulietta si chiami Nancy e che si rompa questa straordinaria storia d’amore. Basterebbe vendere i macchinari inutilizzati di cui sono piene le nostre pubbliche amministrazioni per salvare quest’isola”.
“Questo non è un discorso ideologico ma ideale; non siamo contro la proprietà privata né tanto meno contro il privato che vuole partecipare alla tutela, – ha poi spiegato Bonanno -. Ho avuto modo di salutare favorevolmente l’ingresso di Mr Harte nella scena italiana, (l’acquirente, un naturalista convinto), quale novità sia nei modi di operare che in quello di esternare un sincero amore per la nostra terra, ma lo Stato deve essere sempre il regista di queste operazioni”, ha spiegato.
“Il simbolo del parco (Budelli N.d.R.) deve divenire pubblico, deve essere tutelato da qualsiasi meccanismo legato alle umane vicissitudini e non governato dalle volontà del singolo, per quanto ora alte e meritorie. Nei confronti del nostro parco – ha aggiunto – sono state fatte tante promesse e pochi fatti. Dobbiamo fare anche una bonifica ambientale e invece vendono. Se troveremo i fondi necessari, io eserciterò senza dubbio il diritto di prelazione. In Italia ci dobbiamo riabituare al bello”, ha concluso. “E anche all’onesto”, ha chiosato Pratesi.
“Appena arriveremo a 100mila firme andremo in Parlamento”, ha detto Pecoraro Scanio illustrando il proseguimento della campagna. “Apriremo anche un conto corrente per le donazioni dei privati, dello stato e della regione Sardegna per riscattare l’isola. La petizione è stata tradotta in inglese e ora girerà in tutta Europa. La decisione del Presidente del Parco di esercitare il diritto di prelazione è un importante passo avanti, – ha aggiunto – Ora il ministero dell’ambiente, il governo, il parlamento e la regione Sardegna si attivino”.
Alla domanda se la vendita di alcune isole italiane indichi il fatto che stiamo rischiando di perdere beni collettivi preziosi, come sta succedendo in Grecia, l’attuale presidente della Fondazione Univerde ha poi risposto: “Le isole in vendita da noi non sono dello stato, ma di privati che vendono. Ci sono però altre isole su cui si può esercitare il diritto di prelazione, ma per farlo deve esserci un parco all’interno. Per esempio, di Santo Stefano (un’isola nell’arcipelago Pontino) è in vendita solo una parte di territorio perché la zona dell’ex carcere rimane dello stato. Comunque per ora non rischiamo di fare la fine della Grecia”.
“La prossima estate saremo tutti là a festeggiare – ha auspicato Jimmy Ghione – facendo un barbeque con Giuseppe Garibaldi, perché questa è una riconquista in onore del suo bisnonno”.
Laura Gobbo
Per firmare la petizione clicca QUI