In Coreper proposta adottata a maggioranza, ma serve unanimità. Si va al negoziato col Parlamento, che ha già minacciato di far saltare tutto se i soldi non ci saranno
Gran Bretagna, Danimarca, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi (Stati euroscettici e/o autodefiniti virtuosi) si oppongono alla modifica del bilancio 2013. Nella riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) le delegazioni di questi cinque paesi hanno votato contro lo stanziamento delle risorse aggiuntive per l’esercizio finanziario relative all’anno in corso, costringendo Consiglio e Parlamento alla negoziazione. I cinque paesi si sono espressi negativamente alla proposta correttiva da 3,9 miliardi di euro, la seconda parte degli 11,2 miliardi richiesti dal commissario europeo per il Bilancio, Janusz Lewandowski a fine marzo. I paesi membri, che hanno accordato risorse extra per ‘soli’ 7,3 miliardi, si sono espressi a maggioranza per lo stanziamento della quota mancante ma perché si possa procedere occorre l’unanimità. Il ricorso al negoziato è dunque inevitabile. La situazione è delicata in quanto il Parlamento europeo a più riprese ha minacciato di far saltare il negoziato sul nuovo bilancio settennale dell’Ue (Mff 2014-2020) se da parte degli Stati membri non ci sarà la disponibilità a mettere sul piatto l’intero ammontare richiesto dalla Commissione Ue, e dunque tutti gli 11,2 miliardi. Con il voto di oggi si apre dunque il negoziato. L’obiettivo, ricordano a Bruxelles, è di chiudere tutti i dossier relativi al bilancio 2013 con la sessione plenaria del Parlamento europea a novembre.
R.G.
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