L’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles potrebbe chiudere tra pochi mesi. Sono voci, sussurri che arrivano da Roma, e che vogliono che la nostra istituzione venga tagliata nel quadro di un più generale riordino (così si dice tra persone per bene) degli Istituti in giro per il Mondo, in concomitanza con la scadenza del primo mandato dell’attuale direttrice. Verrebbero insomma chiusi gli Istituti che, secondo criteri definiti dal Ministero, hanno meno utilità, diciamo così. Dunque immaginiamo che in Argentina dovo i cittadini interessati all’Italia sono alcuni milioni resterà aperto, mentre in Belgio, a Bruxelles, dove le persone interessate all’Italia, tra emigranti, expat, oriundi e appassionati sono poche decine di migliaia, chiuderà. Diciamo che forse il ragionamento è sul “bacino di utenza”.
In questo giornale abbiamo spesso polemizzato con l’attuale direttrice Federiga Bindi, ma qui riportiamo quanto (come spesso accade, in maniera un po’ confusa e imprecisa) ha postato su Facebook sul lavoro del suo IIC.
Non sappiamo giudicare se siano numeri veri, se sia poco o se sia tanto. Ci dispiacerà però se questo istituto chiuderà: anche se siamo pochi siamo italiani come gli altri e ci avrebbe fatto piacere vedere un rilancio e non una chiusura. Ma evidentemente, se le voci son vere, numeri e programmazione non sono all’altezza di una crisi economica che impone tagli, anche dolorosi.