Secondo il rapporto annuale contro l’intolleranza sono presi di mira soprattutto rom e musulmani e c’è ancora grande paura verso l’Islam: “Paesi europei facciano i conti con la loro identità multiculturale”
Pregiudizi sempre più forti nei confronti degli immigrati, crescita dei partiti xenofobi in diversi Paesi, marcato aumento dei discorsi di odio razziale via internet. Sono alcune delle “preoccupanti tendenze” individuate dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del Consiglio d’Europa, nel suo rapporto annuale. Nel corso del 2012 la commissione ha monitorato la situazione nei 47 Stati membri e ha individuato non pochi fattori critici, acutizzati anche dal periodo di “instabilità finanziaria”.
A preoccupare sono la crescita del risentimento e dei pregiudizi, soprattutto nei confronti di musulmani e rom ma anche i successi crescenti dei partiti xenofobi che hanno ottenuto crescente sostegno e rappresentanza in diversi parlamenti europei”. E ancora c’è la marcata crescita dei discorsi di odio razziale, diffusi via internet.
Nel rapporto la commissione si rammarica anche del fatto che i bambini rom incontrino ostacoli nell’accesso all’istruzione o a scuola finiscano per essere segregati. Da questo punto di vista l’Ecri guarda positivamente il quadro dell’Ue per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020 e invita anche gli stati fuori dai 28 a sviluppare simili strategie.
Per il Consiglio d’Europa, nel vecchio continente c’è ancora una forte paura dell’Islam e dei musulmani e per questo serve “incoraggiare un dialogo costruttivo con i rappresentanti delle comunità islamiche” e “con i media”, al fine di “evitare l’aumento di pregiudizi” nei confronti delle “minoranze religiose”.
Nel complesso, secondo il rapporto, “i Paesi europei devono fare i conti con la loro identità multiculturale e riconoscere l’importante ruolo che l’immigrazione gioca nell’economia”. “La lotta contro il razzismo e l’intolleranza può essere efficace solo se il messaggio arriva fino al basso, alla società in generale” commenta il capo dell’Ecri, Eva Smith: “Per questo è necessaria una strategia di sensibilizzazione e comunicazione”.