Per il presidente del Consiglio agli impegni devono seguire “conseguenze operative”
Sul Datagate: “Non sono concepibili zone d’ombra tra alleati. Serve massimo chiarimento”
Per l’Italia c’era un obiettivo su tutti: affermare con forza la centralità del dramma dell’immigrazione a livello europeo. E il risultato è stato centrato. È un Enrico Letta soddisfatto quello che lascia il Consiglio europeo dopo due giorni “nel complesso positivi”. La discussione sul dopo Lampedusa, inserita in agenda (e non solo formalmente), su espressa richiesta italiana, ha portato “finalmente” sottolinea Letta, ad un “passo avanti oggettivo” dopo “tanti anni e tanta disattenzione”. Ora l’immigrazione “è un tema europeo” e come tale va affrontato, sulla base di un principio di solidarietà tra Paesi. E questo “non era scontato”, canta vittoria Letta.
L’assunzione di responsabilità da parte dell’Ue non porterà comunque l’Italia a tirarsi indietro: “Ho detto a tutti che il nostro è un grande Paese e la sua parte la farà comunque”. Ma il problema assumerà una dimensione europea, così come chiesto da Letta alla vigilia del summit, in uno dei 4 punti che il premier aveva indicato come prioritari. Richieste tutte recepite dall’Unione che ha infatti confermato la volontà di rafforzare gli strumenti già a disposizione, come Frontex, e definire una road map perché il lavoro della task force sul Mediterraneo costituita da Commissione e Stati membri, possa portare risultati concreti e presentare proposte già a Dicembre. Affrontato, assicura Letta, anche il tema dei rapporti con i Paesi terzi per favorire flussi migratori legali, che l’Italia ha posto con grande forza. Buoni risultati ma “non sufficienti se non ci fossero conseguenze operative”.
Positive, secondo Letta, le conclusioni anche sull’altro grande tema piombato in agenda: lo scandalo Datagate. “Non sono concepibili zone d’ombra tra alleati” torna a ribadire il premier, spiegando che anche gli italiani sono “interessati al massimo chiarimento” sulla vicenda. E l’Italia condivide “completamente” l’iniziativa di Francia e Germania che hanno deciso di passare all’azione attraverso colloqui bilaterali con gli Stati uniti per arrivare a definire, prima della fine dell’anno, una sorta di codice di buona condotta nelle attività di spionaggio.
Il ragionamento da fare sulla fiducia tra alleati non riguarda però solo i rapporti con gli Stati uniti. “Bisogna trovare forme di pulizia a tutti i livelli”, anche all’interno dell’Unione, sottolinea Letta, riferendosi alle notizie secondo cui anche la Gran Bretagna sarebbe stata coinvolta nelle attività di spionaggio ai danni degli alleati europei. Ciononostante non c’è stata in questi giorni nessuna discussione con Cameron, smentisce le indiscrezioni Letta.
Particolarmente caro all’Italia anche il tema dell’economia digitale: “Andare avanti sul mercato unico delle telecomunicazioni è un grandissimo risultato” ha commentato, insistendo sull’importanza per l’Europa della nascita di “grandi campioni pronti a giocarsela con i competitor americani e cinesi” e sulla necessità di “terminare con questa assurdità del roaming”. L’Italia, ha sottolineato il premier, è tra quelli che puntano al completamento del mercato unico digitale prima della fine di questa legislatura. “Se non ce la facessimo sarebbe un messaggio molto negativo”, dice, pur ammettendo che si tratta di un risultato “molto difficile”. Tanto che nelle conclusioni del vertice, il termine per il completamento è già slittato al 2015.
Letizia Pascale