Colonna sonora: Vinicius, Vanoni, Toquinho – Senza Paura
Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento.
Nell’ultima telefonata che mi ha fatto per chiedere consigli su un libro che sta scrivendo, Umberto Eco me l’aveva pure detto:
– France’ damme retta, scrivi un paio de articoli in più che te tieni pronti per quando nun c’avrai tempo per la rubbrica! A proposito, per quella cosa…
– Zitto Umbe’ che c’è Obama che ce sente!
Preso dall’ansia da intercettazioni non ho dato peso alle sue parole ed ora mi ritrovo senza rubrica pronta, il giorno prima della consegna, come quando andavo a scuola senza aver studiato e alla fine usavo il classico escamotage goliardico di dar fuoco all’edificio facendo ricadere la colpa sui rumeni.
Ma non si può dar fuoco ad un giornale onlain (né farci un cappello da muratore, né leccarsi le dita per voltare pagina) e ormai la Romania è entrata in Europa. Che poi questa storia dei paesi che “entrano in Europa” fa ridere, come se prima stessero in Oceania.
Parlando di Europa, il motivo per cui non ho avuto tempo di dedicarmi al mio lavoro primario è che il secondario mi vede impegnato, da un numero disumano di ore, nel Vertice Europeo, il costosissimo incontro trimestrale a spese dei contribuenti in cui i capi di Stato si vedono a cena per decidere insieme il menù del prossimo incontro.
Strade e piazze bloccate, poliziotti, giornalisti da tutto il mondo, cameramen, producers, montatori, autisti, guardie del corpo, delegazioni… Uno spaventoso giro di soldi e quasi sempre una notte in bianco, per poter raggiungere un futuro migliore. Nel senso del uichènd.
Sono finiti i bei tempi della mensa gratuita in cui si vedevano giornalisti con due piatti di pasta e tre bistecche di cui una nel taschino, ma ci sono ancora i telefoni per chiamare in tutto il mondo ed è sempre un piacere, dopo aver sentito mamma e papà, fare gli scherzi in Oceania. Chiedendo se c’è la Romania.
Quindi Umberto aveva ragione: se mi fossi preparato prima, oggi avreste potuto trovare un saggio sul fatto che i nuovi bambini crescono seguendo le avventure di un personaggio che si chiama Peppa la Maiala o che da quando la Nutella ha il tuo nome puoi fare merenda con pane e Giancarlo che fa un po’ schifo, e invece c’è solo una lunga giustificazione del perché questa puntata sembri così contorta.
Qualcuno mi ha detto che anche se avessi consegnato in ritardo non sarebbe successo niente ma subito dopo la borsa di Milano è quasi crollata e proprio in questo momento al Summit stanno affrontando (insieme a caffè e limoncello) il tema di “Fuori Tema”, che sta assumendo un’importanza sempre maggiore nel panorama internazionale.
In pochi hanno capito che il titolo della rubrica può essere letto come un’esortazione a restare fuori dalla paura, “tema” come sinonimo di “timore”, e ancora meno sono riusciti a decifrare il complicatissimo codice nascosto che ogni settimana svela una parola in russo che alla fine del ciclo, una volta tradotto, formerà un aforisma di Bombolo.
Tra poco i capi di Stato torneranno nei loro hotel di lusso a nostre spese, il sole sorgerà, le guerre e le migrazioni continueranno, nasceranno fiori, il monossido di carbonio salirà nel cielo e la sveglia sul comodino ci strapperà ai nostri sogni inconsci per restituirci a quelli che facciamo ogni giorno, da una vita.
E che non bisogna mai smettere di coltivare, per riuscire a restare sempre “fuori tema”.
Buon uichènd a chi inizia a scrivere senza sapere dove andare a parare, a chi vive in Oceania e a chi ha smesso per sempre di dire “ce l’ho qui la brioche!”.