A denunciarlo i rappresentanti della sezione, secondo cui si sta mettendo in atto una “eutanasia non richiesta”. Muscardini (Ecr) scrive a Bonino : “Difenda un diritto delle nostre famiglie”
Permettere ai figli di studiare nella propria lingua madre, per un italiano che si trovi a vivere a Bruxelles, potrebbe diventare presto impossibile. Già adesso è tutt’altro che semplice, visto che nella capitale d’Europa non esiste alcun tipo di scuola italiana. Ma ad essere minacciata ora è anche la sezione nella nostra lingua della Scuola europea di Bruxelles II (a Woluwe Saint Lambert). A lanciare l’allarme sono i rappresentanti di classe che si stanno attivando per fare sentire la loro voce presso le istituzioni. Le politiche di iscrizione degli ultimi anni, denunciano in una lettera inviata a Commissione e governo, sono state molto restrittive per la sezione italiana e le proposta attuale per le iscrizioni 2014-2015 “è ancora più restrittiva degli anni scorsi”. Con conseguenze che rischiano di arrivare fino alla “morte naturale (o piuttosto l’eutanasia non richiesta) della sezione per mancanza di alunni o perché verranno accorpate le classi (prima con seconda ecc), spingendo i genitori a ritirare i propri figli perché il livello dell’insegnamento si deteriorerebbe”.
All’origine del problema il sovraffollamento della scuola europea di Woluwe, causato, secondo i rappresentanti della sezione italiana, da diversi fattori. Tra questi la massiccia presenza di allievi dei Paesi dell’allargamento che “gonfiano la sezione inglese e francese perché i loro Paesi hanno scelto di non aprire sezioni proprie, godendo così del sistema di istruzione europea senza contribuire con ingenti risorse”. È il caso, spiegano ad esempio, dell’Estonia, che per numero di alunni potrebbe aprire una sezione propria in un’altra scuola europea di Bruxelles, o di Finlandia e Svezia, che, visto il numero di alunni, hanno dovuto sdoppiare alcune classi contribuendo al sovraffollamento.
La questione insomma esiste ma eliminare la sezione italiana “comunque non risolverebbe il problema”, dicono i genitori. La richiesta è quindi quella di una politica di iscrizione più equa e che “tutti contribuiscano a diminuire la sovrappopolazione della scuola, garantendo la sopravvivenza della sezione italiana, peraltro uno degli obiettivi dichiarati della politica di iscrizione stessa”. Dopo avere discusso in questi giorni la proposta per le iscrizioni del prossimo anno, l’autorità centrale dovrebbe formulare una raccomandazione al Consiglio Superiore delle Scuole europee che dovrebbe adottarla formalmente in Dicembre.
Nel frattempo però i rappresentanti della sezione italiana non hanno intenzione di rimanere con le mani in mano. In questi giorni hanno inviato diverse segnalazioni agli eurodeputati italiani. A raccogliere l’appello in particolare Cristina Muscardini (Ecr) che ha già scritto al Ministro degli Esteri, Emma Bonino per chiederle di fare sentire “la sua autorevole voce per tutelare un diritto che coinvolge molte nostre famiglie che vivono e lavorano a Bruxelles con figli in età scolare”. La chiusura della sezione italiana, denuncia Muscardini, “sarebbe un altro colpo che seguirebbe tutti quelli che abbiamo ricevuto in questi ultimi anni con la scomparsa dell’italiano in tante attività dell’Unione europea”.
Letizia Pascale