A Roma i partiti contro le direttive comunitarie, il presidente del Consiglio chiede all’Europa un approccio più equilibrato tra politiche economiche e sociali e l’introduzione di un “social scoreboard”. Il viceministro Fassina: “Insostenibile la linea economica dell’Eurozona”
Mentre comincia in Senato l’iter di approvazione della legge di stabilità, al centro della discussione politica continuano a rimanere l’Europa e i rigidi vincoli di bilancio imposti da Bruxelles. La Commissione europea è pronta a partire con l’esame della legge, per verificare che tutti i parametri siano stati rispettati. Ma sul rigore continuano a piovere critiche e avvertimenti. A parlarne è lo stesso premier, Enrico Letta, che riferendo questa mattina alla Camera in vista del Vertice europeo di questa settimana chiarisce: “I sacrifici sono accettabili se poi c’è una ricompensa, se si vede una via d’uscita. Maggiore responsabilità deve voler dire anche maggiore solidarietà”. Necessario, per il governo, un “approccio più equilibrato tra politiche economiche e sociali”. Obiettivo di Letta quello di introdurre un nuovo ‘social scoreboard’ e cioè una “nuova considerazione delle dinamiche sociali” nelle raccomandazioni che Bruxelles rivolge a tutti gli Stati membri.
Ma le critiche più dure all’Europa sono arrivate dal viceministro dell’Economia, Stefano Fassina: “Le chiavi per far ripartire l’economia sono a Bruxelles. La partita fondamentale si gioca lì ed è lì che dobbiamo combattere per un radicale cambiamento di rotta della politica economica” ha detto. Una questione che ha fatto sapere di avere discusso anche con lo stesso premier: “Ho posto il problema dell’insostenibilità della linea economica dell’Eurozona e ho trovato il premier disponibile ad affrontarlo”.
A chiedere che si torni a parlare non solo di rigore ma anche di crescita, anche l’ex premier Mario Monti. “ Non dimentichiamo che oltre che di stabilità è una legge di crescita” ha detto intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico della Bocconi. “L’Europa – ha proseguito Monti – si è molto concentrata sul patto di stabilità e sulla crescita ma l’accento è stato messo più sulla prima parte”. L’Italia, dopo essersi “messa in regola meglio di altri Paesi meridionali, Francia compresa” dovrebbe ora “chiedere più crescita”. Anche secondo il Pdl, il nostro Paese dovrebbe tornare a farsi sentire a Bruxelles: “L’Italia non sa farsi rispettare in Europa” lamenta l’ex ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani. Anche a questo, suggerisce invece, “dovrebbe servire un governo delle larghe intese. Un esempio da seguire?” suggerisce: “La Germania”.
Anche l’Iter in Italia intanto si preannuncia pieno di ostacoli, con i sindacati che hanno già annunciato di essere pronti a proclamare 4 ore di sciopero nazionale contro una legge che condanna il Paese alla stagnazione senza crescita. Critiche verso cui apre il ministro dell’interno, Angelino Alfano: “Non è mancato il coraggio, sono mancati i soldi” spiega riferito alle critiche di imprenditori e sindacati sulla legge di stabilità. Ma sul testo, assicura, si può ancora lavorare “Mi sento di dire che come le altre finanziarie degli anni passati a cui ho partecipato sia da maggioranza che da opposizione, questa può essere migliorata e anche molto dal lavoro del Parlamento. Quindi se l’approccio è costruttivo – ha detto il vicepremier – si può migliorare”.
Letizia Pascale