Da normative comuni a nuovi limiti all’accesso per quelle più pericolose: l’esecutivo Ue studia come ridurne l’uso. La commissaria Malmstrom: “Il dibattito in Europa è troppo limitato”
In America è uno dei temi di eterno dibattito, in Europa ancora se ne parla poco. Eppure i tragici attacchi con armi da fuoco sono sempre più numerosi anche nel vecchio continente: Norvegia, Belgio, Finlandia, Francia, ma anche Italia, per citare solo alcuni Paesi. Oltre mille persone ogni anno sono uccise da pistole e fucili, mentre mezzo milioni di armi da fuoco sono smarrite o rubate e non vengono più ritrovate. Per questo la Commissione europea ha deciso di presentare una serie di suggerimenti per rafforzare la lotta contro le armi da fuoco illegali, senza intaccare l’uso di quelle legittime, usate per attività come il tiro sportivo o la caccia.
Tra le indicazioni dell’esecutivo Ue, presentate oggi dalla Commissaria per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, prima di tutto l’introduzione di norme comuni più severe in materia di disattivazione delle armi da fuoco, per assicurare che una volta dismesse, rimangano inutilizzate. La Commissione, poi, ha intenzione di concentrarsi sulle possibili modalità di contrassegnare le armi con un numero di serie al momento della produzione, così da potere rintracciare più facilmente quelle utilizzate dai criminali.
C’è poi l’aspetto legislativo. Secondo la Commissione è necessario immaginare normative minime comuni sulle sanzioni penali, per fare in modo che le attività di dissuasione siano efficaci in tutti i Paesi, senza lacune giuridiche che possano favorire i trafficanti. L’esecutivo Ue propone anche di intervenire sul possesso di armi, limitando l’accesso ai modelli particolarmente pericolosi. E ancora, da rivedere ci sono le procedure per la concessione del porto d’armi.
La Commissione si ripropone di affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie, come la vendita di armi da fuoco on line o la stampa tridimensionale delle loro componenti, ma valuta anche come ridurre il rischio di consegna illegale da parte dei servizi postali. Per prevenire l’uso improprio di armi in arrivo da Paesi terzi, poi, la Commissione propone di rafforzare i propri sistemi di controllo, chiudendo le rotte dei contrabbandieri e gestendo meglio le riserve di armi militari.
“Il fatto più preoccupante è che il dibattito circa l’uso e il traffico illegali di armi da fuoco in Europa è ancora troppo limitato” ha dichiarato Cecilia Malmstrom, ammettendo: “C’è molto da fare affinché pistole, fucili e armi d’assalto non finiscano più in mani criminali”. Le idee presentate oggi saranno discusse con il Parlamento europeo, gli Stati membri e i soggetti interessati, così da valutare se intraprendere un’azione legislativa.
Per formulare queste priorità l’esecutivo Ue ha consultato vittime di violenza da arma da fuoco, Ong, rivenditori e utilizzatori. Ha poi tenuto conto dei risultati di un Eurobarometro sul tema. Il numero dei reati commessi con questo tipo di armi, emerge dall’indagine, è probabilmente destinato ad aumentare nel giro dei prossimi cinque anni e la maggior parte dei cittadini europei (55%) vorrebbe norme più severe per la detenzione, l’acquisto e la vendita di armi da fuoco.
Letizia Pascale