Peggior risultato dal 1999 per il premier uscente che comunque dice: “A noi il governo”
I suoi ex alleati: “Presto per parlare di coalizioni, la gente chiede di voltare pagina”
Per il suo partito è il risultato peggiore dal 1999, eppure secondo Jean-Claude Juncker: “Dovremmo essere chiamati noi a formare il governo”. Ieri si sono svolte le elezioni in Lussemburgo e il premier uscente, nonché ex presidente dell’Eurogruppo, ha subito con il suo partito, i Cristiano sociali, un brusco calo di consensi dopo 18 anni di governo ininterrotto. Juncker, che è alla guida del Paese dal 1995, mantiene comunque la maggioranza relativa, ma perde cinque punti.
Il suo partito ha raggiunto il 33,7 per cento dei consensi, cinque punti in meno rispetto al risultato del 2009, che significa che nel nuovo Parlamento avranno 23 seggi su 60, tre in meno rispetto alla passata legislatura. Sia i liberali del Partito Democratico che i socialdemocratici avranno 13 seggi, entrambe le compagini erano in colazione con Juncker alla guida del Paese. Sei deputati invece sono andati ai Verdi.
Il premier uscente si è dichiarato soddisfatto per il risultato elettorale perché “c’era una grande distanza tra il mio partito e gli altri due principali partiti politici”, ma ora però si aprono due ipotesi per il governo del Granducato: nuovamente una coalizione con i cristiano sociali e i liberali con a capo sempre Juncker, o un cambio di guardia. E l’ex alleato Claude Meisch, leader dei liberali, preme proprio per questa seconda: “È troppo presto per discutere di coalizioni ma quello che è chiaro è che il Lussemburgo ha votato per un cambiamento ed il nostro compito è realizzare un autentico cambiamento per i prossimi anni” dice.
Juncker aveva deciso di andare ad elezioni anticipate dopo essersi dimesso perché accusato di non avere esercitato tutti i poteri di controllo per fermare i comportamenti illegali dei servizi segreti nazionali.
Irene Giuntella