Il Presidente della Commissione ha chiesto con urgenza una manovra correttiva per il budget
Ma l’Aula vuole che prima il Consiglio accetti le richieste che i deputati fanno da tempo
dal nostro inviato Marco Frisone
STRASBURGO – Vi devo comunicare che alle 7.30 di stamattina ho ricevuto una chiamata dal Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, il quale mi ha informato che teme che a metà novembre, l’esecutivo di Bruxelles, non sarà in grado di pagare tutti gli oneri economici a suo carico.” Una comunicazione, quella del Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, che “va presa sul serio” e che ha sorpreso tutta l’assemblea parlamentare riunita a Strasburgo per il primo giorno di seduta plenaria.
La richiesta del presidente Barroso è quella di sbloccare, attraverso procedura d’urgenza, almeno 2,7 miliardi, cioè quella parte dei bilanci rettificativi che riguardano la compensazione dei mancati introiti doganali. Una soluzione che può realizzarsi solo dopo l’approvazione del bilancio rettificativo da parte del Consiglio dell’Unione europea prevista, annuncia Schulz, già stasera. Nel frattempo, il Presidente del Parlamento europeo ha chiesto alla commissione Bilanci di incontrarsi domani per una riunione straordinaria, in modo da valutare l’eventuale proposta del Consiglio. Tra mercoledì e giovedì sarà proposto agli eurodeputati di inserire, eventualmente, tra le votazioni di questa sessione plenaria, anche quella sull’approvazione della manovra correttiva di 2,7 miliardi.
Per molti deputati, tra cui i capigruppo dell’Alde Guy Verhofstadt e del Ppe Joseph Daul, l’approvazione deve essere vincolata alla disponibilità del Consiglio di approvare anche le manovre correttive da 3,9 per il 2013 e 0,4 miliardi per le inondazioni in Germani che il Parlamento chiede con forza da tempo. Entrambi hanno proposto l’approvazione di un pacchetto unico per tutte e tre i bilanci rettificativi. Per Enrique Guerrero Salom (S&D): “Il Parlamento europeo può ancora una volta dimostrare il suo senso di responsabilità”. Sconvolto l’italiano Francesco Speroni (Lega Nord) che paragona la situazione della Commissione a quella dello “shutdown” statunitense.
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