colonna sonora: FEIST – TOUT DOUCEMENT
Lo staff che gestisce la posta di “Fuori Tema” (mia madre e un pesce rosso obeso) mi ha fatto presente che la maggior parte delle imeils ricevute (escluso spam e “enlarge your penis” stiamo parlando di UNA meil, mandata per sbaglio, il tizio si è scusato che pensava di aver scritto al direttore, ma ormai l’avevo letta e fatta mia) si lamentano del fatto che mi lamento troppo del nostro paese.
Per non utilizzare l’abusata metafora dello sparare alla croce rossa possiamo dire che è come fare una corsa con uno zoppo o un duello con un monco, ma credo che con la croce rossa non avremmo nessuna denuncia da parte delle associazioni di zoppi e monchi. Ma mi sto incartando senza motivo, magari questo pezzo poi lo taglio. Anzi lo amputo.
Diciamo che in un periodo di difficile ripresa economica (avremo 14 euro di più in busta paga, come se non fosse chiaro che il vero problema è che NON CI SONO BUSTE PAGA!), con un governo fortemente voluto dal popolo, dalla grande componente ornitologica (falchi, colombe, tordi, passere, avvoltoi, struzzi, facce da cuculo…) forse non è il caso di calcare la mano.
Sembra che lo spread aumenti anche in base a quello che scrive eunews.
Sto seguendo un corso a distanza di giornalismo che spiega che la prima regola per dare una notizia è quella di rispondere alle 5 domande principali (chi? cosa? dove? quando? perché?) nelle prime righe, altrimenti diventa vuoto esercizio di stile. Ma non essendo io giornalista e non essendo questa una notizia posso tirare ancora la corda, finché qualcuno non mi ci impicca.
Ok, se avete davvero letto fin qui vi meritate il pezzo clou del pezzo: il lamento sul Fuckin’ Nordeuropa.
Bruxelles è una città a misura d’uomo.
Nel senso che non è automobile-friendly, cosa che nel 2014 è decisamente vergognosa. Metro e tram arrivano dappertutto, ma ovviamente non ci si può salire in macchina, quindi non se ne capisce l’utilità.
Si sono inventati un sistema di “bici comunali”, che costano 30 euro l’anno e si trovano più o meno ovunque: come se qualcuno avesse voglia di pedalare sotto la pioggia, per le salite, ed arrivare a destinazione zuppo di acqua e sudore. Oltre a questo abominio hanno aggiunto delle “automobili condivise”, con parcheggi dedicati, e stanno sperimentando delle auto elettriche con aree di ricarica. Ma non si rendono conto che in questo modo danneggiano gli automobilisti, rosicchiando sempre più potenziali posteggi: questa è discriminazione!
I pochi che usano l’automobile – a causa della propaganda governativa – non la sanno usare: se c’è il limite di 30 all’ora, questi vanno veramente a 30 all’ora e se li superi a destra, sulla preferenziale, rischi pure di ammazzare qualcuno. L’altra piaga sociale di questo inferno sono infatti gli arrogantissimi pedoni: pensano di avere la priorità sulle macchine, che basta mettere un piede sulle strisce per far aprire il traffico come il Mar Rosso. Il problema è che ci riescono davvero, è una follia per la sicurezza stradale.
Poi c’è la storia dei diritti.
Qui un povero imprenditore è costretto ad assumere regolarmente i dipendenti, con tutti i costi che ne conseguono, e dare uno stipendio minimo di 1200 euro. Dopo due anni questo lavoratore ha anche diritto, in caso di licenziamento, ad un buon sostegno per la disoccupazione che permette una vita più che dignitosa, visto che gli affitti sono ragionevoli (pensate ai poveri proprietari di case che oltre a pagare l’IMU locale non possono sciacallare sulle loro proprietà), diventando quindi un parassita di chi continua a lavorare. Vi pare normale?
Lo Stato inoltre si intromette nell’intimità familiare dando dei contributi fissi per ciascun figlio, invece di pensare a rubare e aumentare gli stipendi dei parlamentari. Sotto le elezioni comunali, se un candidato sindaco organizza una cena elettorale e decide di pagare il conto per tutti, viene arrestato per corruzione. È difficilissimo far girare le bustarelle, che sono alla base di ogni sana democrazia occidentale. Siamo davvero in Europa?
Per strada è pieno di selvaggi vestiti di buffe stoffe africane o con ridicoli turbanti e veli islamici e molti di questi hanno attività commerciali o occupano posizioni lavorative disparate, dando quasi l’impressione di essere equiparati a noi bianchi, è inaudito!
Un’altra assurdità è che l’omosessualità non è considerata un peccato o una malattia, ma anzi viene sfacciatamente sfoggiata per la strada (non è raro vedere uomini mano nella mano o donne che si baciano, ma dove diavolo sono i ragazzi di Forza Nuova quando servono?) e si è arrivati perfino ad accettare il matrimonio e l’adozione dei figli per coppie dello stesso sesso, una barbarie!
Infine, per completare il ciclo della vita, in caso di malattie terminali e trattamenti prolungativi dolorosi è possibile richiedere l’eutanasia, cioè sostituirsi al volere del Signore (quello cattolico, l’unico reale) ed è aperto il dibattito per estenderla anche ai bambini. Sono dei mostri senza dio.
Capite che vivere qui dopo essere cresciuti in una nazione civile, sotto o’ sole e circondati dal mare, diventa un incubo ad occhi aperti. I miei lamenti sul bel paese sono dei semplici richiami per sentirmi più vicino alla madre patria, che mi manca come l’amata quando parte per lavoro, soprattutto se penso alla carbonara e mi ritrovo davanti un piatto di cozze e patatine fritte.
Sogno di tornare, un giorno, lasciandomi finalmente alle spalle tutta questa follia, ma nel frattempo stringo i denti e cerco di andare avanti, magari anche comprandomi una casa, che qui costa quanto un box auto doppio a Roma centro.
Buon uichènd a chi vuole essere cittadino del mondo, così è più difficile essere raggiunti da Equitalia.
Francesco Cardarelli