L’eurodeputato Ppe, dopo Lampedusa, sostiene l’idea di una sezione distaccata dell’agenzia Ue per il controllo delle frontiere sul Mediterraneo: “Sarebbe una piattaforma strategica”
Creare una sede di Frontex in Sicilia e dare vita a una solidarietà reale tra gli Stati membri per la ricollocazione volontaria dei profughi. La proposta arriva dall’europarlamentare siciliano, nonché Vice-presidente della commissione libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo, Salvatore Iacolino (Ppe). L’idea era già stata lanciata dal sindaco di Catania, Enzo Bianco, e oggi ha trovato anche l’endorsement dell’eurodeputato del Ppe, primo firmatario di una risoluzione che il Partito popolare presenterà in vista del voto in plenaria la prossima settimana a Strasburgo.
L’agenzia per il coordinamento e la cooperazione tra Stati membri nella gestione delle frontiere esterne è operativa dall’ottobre 2005 ed ha il suo quartier generale a Varsavia, in Polonia. Secondo Iacolino, però, dopo i tragici fatti di Lampedusa, “Frontex deve funzionare meglio, ed è per questo che è fondamentale avere una sezione distaccata nel Mediterraneo, ed in particolare in Sicilia, quale piattaforma strategica dell’Ue”.
“Con l’iniziativa ‘Mare Nostrum’, l’Italia si è assunta impegni significativi in materia di pattugliamento, soccorso umanitario e tutela delle frontiere che condividiamo con il resto dell’Europa’ – ha dichiarato Iacolino – è necessario però il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza con una condivisione responsabile degli oneri e un’equa ripartizione delle risorse (navi, aerei, elicotteri e personale) da parte di tutti gli Stati membri dell’Ue”. L’eurodeputato del Ppe ha anche aggiunto che è necessaria un’autentica solidarietà tra gli Stati membri nel gestire il processo di ricollocazione dei profughi e dei rifugiati all’interno dell’Unione europea. Secondo Iacolino, può rappresentare un “serio passo avanti nella politica d’asilo europea”.
Frontex si occupa principalmente del sostegno agli Stati membri nell’applicazione delle norme comunitarie in materia di controlli alle frontiere esterne. È degli Stati membri, invece, la responsabilità di controllare i propri confini. L’agenzia segue e valuta costantemente le evoluzioni dei flussi migratori e coordina 4 principali programmi nel Mediterraneo: Aeneas, nel mar Ionio, Hermes nel mar di Sicilia, Indalo nelle acque tra Spagna, Marocco e Algeria e Poisedon Sea, nelle acque di fronte alla Grecia. Dal 2005 ad oggi, ha contribuito a salvare circa 16,000 vite grazie al suo sistema di coordinamento tra Stati membri.
Marco Frisone