Per l’esecutivo Ue la tassa è pienamente compatibile con le norme sugli aiuti di Stato e la questione è delle autorità nazionali. Alcuni deputati chiedevano di eliminarla
Non spetta alla Commissione europea esprimersi sull’abolizione del canone Rai e l’imposta è pienamente compatibile con le norme per gli aiuti di Stato. Nulla di fatto per la petizione che chiedeva l’abolizione della non proprio popolare tassa sui servizi televisivi nazionali, approdata questa mattina in Commissione Petizioni al Parlamento europeo. In relazione alla richiesta di abolizione, presentata dal Comitato per la libera informazione radiotelevisiva e firmata da oltre 14 mila persone, l’esecutivo Ue ha ricordato che spetta alle autorità nazionali definire la missione di servizio pubblico e il relativo sistema di finanziamento. Nulla “nell’odierna petizione induce a ritenere di dover riesaminare il fascicolo” ha anche spiegato il funzionario della Commissione presente all’audizione, ricordando che tra il 2003 e il 2005 era già stata accertata la compatibilità del canone con le norme europee sul servizio pubblico. La Dg Comunicazione ha anche richiamato l’efficacia del meccanismo di controllo e vigilanza previsto dalla normativa italiana sull’adempimento degli obblighi di servizio pubblico da parte della Rai.
Risposte che non sono andate giù a diversi deputati italiani che non hanno esitato a farsi sentire. “Vergogna” ha alzato i toni l’europarlamentare del Carroccio, Mario Borghezio. “Mi stupisce la superficialità della Commissione europea, che richiama tutti su tutto e se ne frega della discriminazione sul canone per i non udenti e i non vedenti”, ha aggiunto il collega leghista Matteo Salvini. Pesanti critiche anche da Mara Bizzotto, promotrice della petizione, che ha definito la risposta della Commissione “incompleta e ridicola”. Bizzotto ha anche chiesto di “fare un esame serio e approfondito” della situazione in Italia, compresa la recente sentenza del Consiglio di Stato sul caso Rai-Sky e le trasmissioni in chiaro del digitale terrestre. Sentenza che il funzionario dell’esecutivo comunitario ha ammesso di non conoscere. Ma le critiche non sono arrivate soltanto dai rappresentanti del Carroccio. Viste i pareri dei deputati, la Commissione, guidata dalla presidente Erminia Mazzoni (Ppe) ha deciso all’unanimità di tenere aperta comunque la petizione sul canone Rai e di chiedere “ulteriori approfondimenti” all’esecutivo Ue, che “ha il dovere di andare fino in fondo per vedere se ci sono violazioni” alle norme europee.
Una decisione che Bizzotto legge come una vittoria: “Abbiamo messo a segno un altro colpo storico, importantissimo, contro la “rapina di Stato” del Canone Rai, commenta in una nota. “La Rai e la Commissione UE sono venuti a raccontarci le solite balle e ne sono uscite con le ossa rotte”, aggiunge riferendosi alla “scandalosa negligenza” del funzionario della Commissione, che ha ammesso di ignorare la sentenza del Consiglio di Stato sul caso Rai-Sky: da oggi, promette, “la Rai sa che è sotto la lente di ingrandimento dell’Europarlamento e che da qui non scapperà”.
L. P.