Via libera dell’esecutivo Ue a status di Paese candidato “ma lotti contro crimine organizzato”
Nel pacchetto allargamento anche la richiesta di accelerare i negoziati con la Turchia
L’Albania fa un altro passo verso l’ingresso nell’Unione. Per la Commissione europea il Paese può avere lo status di Paese candidato all’adesione. Questa la raccomandazione contenuta nel rapporto sull’allargamento pubblicato oggi da Bruxelles. A Tirana l’esecutivo Ue indirizza però anche alcune raccomandazioni: il Paese deve “proseguire l’azione nella lotta contro il crimine organizzato e la corruzione”. Per aprire i negoziati “rimangono essenziali” un dialogo politico costruttivo e nuovi progressi nel campo di amministrazione, Stato di diritto e diritti fondamentali. Ad influenzare positivamente il parere della Commissione, il corretto e regolare svolgimento delle ultime elezioni politiche a Tirana e i progressi fatti nel percorso di riforme. Dopo il semaforo verde della Commissione europea toccherà ora ai leader dei 28 Paesi dare ufficialmente il via libera all’Albania nel Consiglio europeo di dicembre.
GLI ALTRI CANDIDATI ALL’INGRESSO – Il pacchetto allargamento fa il punto anche su tutti gli altri Paesi ufficialmente candidati ad unirsi ai 28. Attualmente sono: Turchia, Islanda, Serbia, Montenegro e Macedonia. La Commissione sottolinea che devono “riprendere slancio” i negoziati tra Ankara e l’Ue, cominciati nel 2005 ma che ormai da tempo stentano a fare progressi. In questo senso “sarà un passo importante” l’apertura, dopo tre anni di stallo, del capitolo sulle politiche regionali, l’unico attualmente previsto. Secondo il rapporto dell’esecutivo Ue la Turchia ha fatto ha fatto grandi passi avanti ma c’è “la pressante necessità di sviluppare una reale democrazia partecipativa” e di assicurare il rispetto delle libertà fondamentali come quelle di espressione e associazione. Il rapporto non manca infatti di sottolineare come sia stato “eccessivo l’uso della forza da parte della polizia” per reprimere le proteste scoppiate a maggio e giugno.
BALCANI – La Commissione torna anche a chiedere che siano aperti i negoziati con la Macedonia e sottolinea che tutti i Paesi dei Balcani occidentali, devono attuare ulteriori riforme per garantire il rispetto dei principi della libertà di espressione e dei diritti delle persone che fanno parte delle minoranze. Quello in corso è un “anno storico” per le relazioni tra Serbia e Kosovo, fa notare la Commissione ma il nodo delle relazioni con Pristina rimane centrale. In particolare la Serbia dovrebbe incoraggiare “un’ampia partecipazione dei serbi del Kosovo nelle prossime elezioni locali”. Bene i progressi fatti dal Montenegro che deve però continuare a lavorare, in particolare contro la corruzione. Critico invece l’esecutivo Ue sulla Bosnia: nonostante gli sforzi il Paese ha fatto progressi “molto limitati” nel corso dell’ultimo anno.
Letizia Pascale