Non so perché, veramente, Rai2 e Rai3 sono state oscurate per 48 ore qui in Belgio. Belgacom, il distributore, si prende la responsabilità e dice che si è trattato di un guasto tecnico qui. Non ho motivi di non crederlo.
Però questa vicenda, dove un po’ di sciatteria da parte della Rai c’è, che non ha comunicato in nessun modo la situazione, pur se tanti Tweet e altri messaggi social di italiani in Belgio avrebbero imposto almeno una parola, fa riflettere ancora una volta sulla scarsa attenzione dell’Italia per l’Unione europea, e per i suoi cittadini all’estero più in generale.
Un grande quotidiano, la Repubblica, proprio a partire da oggi organizza una tre giorni di dibattiti di alto livello dedicati all’Europa dei cittadini, Rotta verso l’Europa è uno degli slogan. Bene, per capire cos’è l’Europa tra i tanti invitati ce ne sono solo due che lavorano a Bruxelles: Andrea Bonanni e Martin Schulz. Certo, ci sono altri che conoscono direttamente le istituzioni, come l’ottimo Federico Fubini, ma la gran parte son persone che stanno in Italia, non ho colto la presenza di giovani, di donne (tranne un’icona come Barbara Spinelli che sarà un piacere leggere), è appena accennato lo sguardo non italiano sull’Europa, l’ascolto di un punto di vista diverso.
E’ spesso così, dall’Italia non ci si rende conto di quel che è davvero l’Europa, del fatto che per un lituano la politica estera non sono i Balcani ma è l’ossessione della Russia, per uno svedese non sono gli asili nido che mancano ma il sole. Che le spinte separatiste vere le sentono gli spagnoli e gli inglesi, non l’Italia con i “Padani”. L’immigrazione per i tedeschi o gli austriaci non viene dal mare, come dal mare non viene ben oltre il 90% dell’immigrazione europea. Ma nel nord Europa i richiedenti asilo sono accolti in numeri per noi inimmaginabili e poi diventano cittadini, e poi deputati, e poi ministri. In Germania o in Olanda, o in Danimarca il problema dei giovani non è trovare lavoro, ma come qualificarsi ancor meglio.
Ecco insomma, finché discutiamo di Europa dall’Italia, parlandoci addosso pur spostandoci vicino a un confine che non è più quello dell’Unione europea ma quello di Gorizia, dove una città vive in serenità le difficoltà economiche di un terra divisa tra due stati ora amici, non capiremo nulla di quel che succede davvero e di quel che dovremmo fare per sentirla più vicina.
Lorenzo Robustelli