Il presidente della Repubblica francese in un’intervista a Le Soir spiega il suo piano d’azione
“L’Ue non può tollerare che al largo delle sue coste si muoia per sfuggire da guerra e povertà”
Prevenzione, solidarietà e protezione. Sono le tre parole d’ordine con le quali, secondo il presidente della repubblica francese, François Hollande, si deve affrontare la questione immigrazione, soprattutto alla luce della tragedia di Lampedusa. “È un dramma che interpella tutta l’Europa e da cui dobbiamo imparare una lezione” dice in un’intervista al quotidiano belga Le Soir che uscirà domani. Secondo il presidente “L’Unione europea non può tollerare che ci siano e al largo delle sue coste persone muoiono in condizioni spaventose, per sfuggire alla povertà o alla guerra”. Alcuni di queste persone “provenivano dall’Eritrea attraverso la Libia, la Tunisia o l’Egitto” ha detto Hollande. Secondo gli ispettori dell’Onu dall’Eritrea ci sarebbe un traffico di esseri umani, che scappano del dittatore Isaias Afewerki, gestito dal generale Teklai Kifle ‘Manjus’.
“Proporrò nei prossimi giorni ai nostri partner una politica che si baserà sul trittico di: prevenzione, solidarietà e tutela” ha affermato spiegando che la prevenzione si può avere grazie a “una migliore cooperazione con i paesi di origine e una migliore accoglienza dei profughi nelle zone più vicine a zone di conflitto”, la solidarietà grazie a “una politica euro-mediterranea molto più attiva” e incrementando “il sostegno ai Paesi della Primavera araba”, e infine la protezione con un “rafforzamento della sorveglianza delle frontiere, che è il ruolo dell’agenzia europea Frontex”, nonché con una “lotta più efficace contro i contrabbandieri”.