Accanto alle sale gioco legali stanno proliferando app per telefonini che contengono giochi illegali con scommesse, senza tutele per i minori
In Italia si discute molto di ludopatie legate alle video slot machines che stanno invadendo le città ed i paesi dello stivale, con sale giochi che somigliano sempre più a veri e propri casinò. Ma ad Oslo, nel corso della recente conferenza dell’International Masters Gaming Law, è emerso un problema molto diffuso, anche se meno evidente delle video slot, che riguarda tutta l’Europa: si tratta dei social games con scommesse in danaro, spesso diffusi attraverso app mobile o per social network, che in un crescente numero di casi nascondono forme di azzardo o di scommessa facilmente accessibili anche ai più giovani.
A mettere in evidenza i rischi legati al social gaming è stato Francesco Rodano dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) nel corso del suo intervento alla conferenza di Oslo, chiarendo che non ci sono solo rischi di natura legislativa per la tutela dei giocatori, ma anche per il mercato del gioco online legale. A farne le spese sarebbero anche tutti quegli operatori di gioco che hanno ottenuto la licenza per operare e che offrono la possibilità di effettuare scommesse online, o visionare le quote William Hill scommesse sportive per esempio, giocare a poker, ecc: il tutto in ambienti sicuri e controllati centralmente, in Italia, dall’AAMS stessa. In questi siti il fatto che ci siano giocate in denaro è evidente e comunicato agli utenti nelle modalità definite dalle leggi dei singoli stati. Nei siti e nelle app di social gaming tutto questo sfugge alle leggi e si possono nascondere quindi forme d’azzardo non regolamentate. Rodano vede in tutto questo una possibile correlazione anche con la crisi del gioco online in Europa: nel vecchio continente il comparto ha registrato un calo del 40% negli ultimi due anni, il che preoccupa sia l’ADM sia altri enti regolatori europei.
La crisi del gioco online legale, potrebbe favorire il ritorno del mercato di operatori illegali, oltre che di forme di gioco non perfettamente regolamentabili come quelle dei social games.
Dal convegno di Oslo è emerso che anche in questo caso, la soluzione sarebbe quella di avere “più Europa”, ossia un sistema normativo comune sul territorio europeo, che possa favorire nei singoli stati lo sviluppo di leggi in materia con basi comuni e che possano consentire agli operatori di gioco legale di ottenere licenze di gioco valide non solo in singoli stati, che consentano cioè di operare in mercati transnazionali.
In collaborazione con MediaBuzz