No alla sigaretta elettronica in farmacia, no all’abolizione delle slim, mentolo al bando solo tra otto anni. La plenaria del Parlamento europeo vota una proposta di revisione annacquata dalle modifiche
L’ok alla nuova direttiva tabacco c’è, il mandato alla relatrice per negoziare con il Consiglio pure. Un giorno da festeggiare per chi sperava in un segnale forte del Parlamento europeo contro il fumo? Difficile leggerla in questo modo. Tra la proposta iniziale e il voto di oggi sono intervenuti emendamenti significativi che hanno modificato, annacquandola in molti dei suoi punti principali, la direttiva.
PACCHETTI CHOC – Andando con ordine. La proposta uscita dalla Commissione Salute dell’Europarlamento proponeva che il 75% dei pacchetti di sigarette fosse ricoperto da immagini forti e avvertimenti per la salute. Gli emendamenti di Ppe ed Ecr proponevano di abbassare la percentuale al 50%. A passare è stata invece la proposta di mediazione dell’Alde, che porta la soglia al 65%. La marca di sigarette potrà comparire solo sul fondo della confezione e saranno aboliti i pacchetti da dieci, su cui gli avvisi sarebbero troppo poco visibili. Una stretta rispetto alla situazione attuale (oggi la parte di confezione riservata alle informazioni sanitarie è del 30% della parte anteriore e 40% della parte posteriore), ma in ogni caso un compromesso al ribasso rispetto all’iniziale posizione del Parlamento.
SLIM – Peggio ancora è andata per il tentativo di messa al bando delle sigarette slim. L’emendamento che chiedeva il respingimento della proposta è stato approvato e per l’Aula la vendita può quindi continuare indisturbata.
E-CIGARETTES – Bocciata anche l’ipotesi di rendere possibile la vendita delle sigarette elettroniche solo in farmacia. Il Parlamento ha approvato una serie di regole per la vendita: le e-cigarettes non devono superare i 30 mg/l di nicotina, devono contenere avvertenze sanitarie, essere vietate ai minori di 18 anni e sottostare alle stesse restrizioni per la pubblicità previste per i prodotti del tabacco. Niente da fare però per l’ipotesi di sottoporle alla legislazione europea sui medicinali: l’obbligo scatta solo qualora il prodotto sia presentato come avente proprietà curative o preventive.
ADDITIVI – Confermata, in linea teorica, l’opposizione dei deputati all’uso di additivi e aromi, che rendono i prodotti del tabacco più attraenti anche per il pubblico più giovane. Anche in questo caso, però, la linea iniziale è stata ammorbidita e l’eliminazione sarà molto graduale. L’aroma al mentolo, ad esempio, dovrà essere abolito solo entro otto anni.
REAZIONI – Su quasi tutti i punti, insomma, concessioni non piccole a posizioni più vicine all’industria del tabacco sono state fatte. Eppure i commenti dei deputati al voto sono, quasi unanimemente di soddisfazione. A partire dalla relatrice Linda McAvan (S&D), particolarmente contenta dell’abolizione dei “pacchetti rossetto”, di piccole dimensioni, colorati e piacevoli alla vista. “Con questa proposta ho soprattutto voluto mettere fine alle astuzie utilizzate dall’industria del tabacco per rendere particolarmente attraenti le sigarette tra bambini e adolescenti” ha spiegato. Nel complesso, ammette in conferenza stampa subito dopo il voto, “abbiamo perso qualcosa e vinto qualcos’altro ma non abbiamo perso su quelli che erano gli elementi fondamentali” dice riferita all’approvazione del testo e al conferimento del mandato negoziale. Ora “possiamo passare ai negoziati veri. Il Consiglio è disposto a iniziare subito e se siamo fortunati riusciremo a finire tutto prima delle vacanze di Natale”.
“Una buona notizia per la protezione della salute” canta vittoria anche il Ppe: “L’Europa è la regione del mondo con la più alta percentuale di fumatori – ricorda Karl-Heinz Florenz, relatore della direttiva tabacco per i popolari – e noi come rappresentanti dei cittadini dobbiamo proteggere la salute e i giovani”. “Oggi il Parlamento ha votato in favore della salute dei cittadini e contro gli interessi delle multinazionali del tabacco” accoglie positivamente il voto anche Martina Anderson per la Gue.
LA RABBIA DEI VERDI – Solo i verdi tengono il punto e fanno notare che quello approvato oggi non è esattamente uno sgarbo all’industria del settore. “Oggi è il giorno della vergogna per il Parlamento europeo” commenta il relatore ombra della proposta, Carl Schlyter (Verdi). “La maggioranza di centro-destra, guidata dal Ppe, ha fatto il gioco dell’industria del tabacco e votato per regole più blande” di quelle proposte dalla Commissione europea e che “sono contrarie all’interesse e alla tutela della salute pubblica dei cittadini europei”, fa notare l’europarlamentare aggiungendo: “È scandaloso che il centro-destra di quest’Aula sia più attento ai profitti dell’industria del tabacco che alla salute degli europei”.
COMMISSIONE – “Positivo” il voto di oggi dell’Aula del Parlamento europeo, anche per il commissario europeo per la Salute, Tonio Borg. Nonostante la proposta della Commissione sia stata sostanzialmente stravolta Borg sottolinea che “c’è stata l’espressione a favore di un negoziato con il Consiglio Ue”. A questo punto, spiega, “la Commissione analizzerà con attenzione gli emendamenti adottati per definire la propria posizione, cosi da poter continuare con i negoziati in trilogo”, nella speranza di adottare la proposta di revisione della direttiva sul tabacco “all’interno del mandato di questo Parlamento”.
Letizia Pascale
Cosa dicono gli eurodeputati italiani:
Oreste Rossi, Ppe: “Il compito dell´Europa non dovrebbe essere quello di criminalizzare chi fuma, ma fare campagne d´informazione sui pericoli legati al tabagismo e lo dico da non fumatore. L´impressione è che si voglia forzare il consumatore a smettere di fumare, senza tener conto della sua libertà di scelta”. “Tuttavia i vari divieti imposti, compreso quello dell’utilizzo di aromi e additivi, avranno un unico effetto: sul mercato europeo arriveranno valanghe di prodotti di contrabbando a prezzi più bassi di quelli legali, ma con le stesse caratteristiche della sigaretta tradizionale”.
Lorenzo Fontana, Ecr: “Nel dibattito di oggi colgo una grande ipocrisia. Secondo i dati sono 700 mila le persone che muoiono ogni anno per il fumo. Se è così, avremmo dovuto provvedere a una direttiva semplice e lineare: il fumo deve essere vietato in tutta Europa. E invece si ricorre a espedienti… mi sembra si faccia poco se il pericolo è così grave”.
Roberta Angelilli, Ppe: “Era fondamentale oggi trovare un punto di equilibrio tra norme volte a tutelare il diritto alla salute e allo stesso tempo preservare la filiera del tabacco, comparto importante dell’economia europea”.
Francesco De Angelis, S&D: “Il voto di oggi ha dimostrato che, in Europa, le politiche di riduzione del fumo non hanno futuro se non inquadrate nell’ambito delle ricette per la sostenibilità della filiera”. “In queste settimane di discussione parlamentare – continua l’esponente del Pd – ho più volte chiesto che la relatrice del testo, la collega laburista McAvan, accogliesse alcune delle richieste provenienti dai nostri territori dediti alla coltura del tabacco e dei suoi derivati”.
Susy De Martini, Ecr: “Con il mio impegno ho contribuito a salvare la sigarette cosiddette “slim” prodotte in Italia. Inoltre abbiamo ottenuto anche una deroga per quanto riguarda le sigarette al mentolo. Il tutto tutelando la salute dei cittadini perché, mi sembra, che le avvertenze sanitarie che ricoprono il 65% del pacchetto sono un elemento più che dissuasivo. Come si è visto è possibile tutelare lottando sia la salute che gli interessi dei lavoratori italiani”.