Intesa formale, ma servono i soldi dei paesi e di cifre non si parla. Alfano contento e ottimista
L’Italia ottiene l’impegno formale dell’Europa a contrastare in modo più efficacie l’arrivo di migranti e gestire loro soccorso e accoglienza. C’è un accordo di massima, che dovrà essere sviluppato, e la promessa di una mobilitazione ad ampio raggio. Ma tutto questo richiederà soldi, e i soldi devono metterli gli stati membri, già più volte divisi sulle dotazioni di bilancio dell’Ue e attenti alle politiche di rigore. L’obiettivo immediato, quello di calmare l’opinione pubblica e mostrare che l’Europa sa prendere decisioni, è stato comunque raggiunto. E’ stato deciso di avviare una vasta operazione di Frontex, l’agenzia che coordina a livello europeo le azioni di controllo delle frontiere. Nulla di nuovo: l’iniziativa l’aveva annunciata questa mattina il commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, in occasione del meeting sul partenariato orientale, riunione che precedeva quella dei ministri degli Interni dei paesi Ue. Più mezzi e più risorse sono state chieste per potenziare il controllo del Mediterraneo, e si attende una risposta. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è ottimista. “Abbiamo parlato delle risorse. Si faranno i conti e poi si interverrà per sostenere l’Italia”.
L’Europa ha quindi deciso di istituire una task-force per la gestione dei flussi nel Mediterraneo. Sarà composta da Italia, Commissione europea (soprattutto il Servizio esterno di Catherine Ashton), e agenzie Ue interessate (Frontex ed Europol). Spazio con ogni probabilità verrà dato ad altri paesi – pochi, per avere una cabina di regia snella – quasi certamente del sud. Ma tutto è ancora ‘in itinere’. Serviranno altre riunione e approfindimenti per capire cosa fare. Intanto a Frontex è stato dato mandato di mettere a punto le bozze di strategie da presentare poi al Consiglio Ue. Ad ogni modo, sottolinea Alfano, “l’Italia ottiene il riconoscimento della questione dell’immigrazione come un fatto europeo e non solo italiano”. Un qualcosa di positivo, visto che “in genere in riunioni come queste avevamo accordi solo con i paesi del sud, mentre oggi abbiamo visto aprire un varco di consapevolezza forte dei paesi del nord”. I tempi sono dunque mature per rivedere il regolamento di Dublino, in base al quale la gestione degli immigrati spetta al governo del paese di primo ingresso. “Ho introdotto il tema della revisione del regolamento”, spiega Alfano. Ma non sarà facile parlarne. “Occorrerà condurre una battaglia culturale per la modifica normativa”.