Secondo uno studio della Commissione le aziende con più donne ai posti di comando più redditizie del 35% ma esistono ancora troppi ostacoli per loro nel settore delle tecnologie dell’informazione
Se la percentuale di donne impiegate nel comparto digitale fosse la stessa di quella maschile, il Pil europeo farebbe registrare un incremento di circa 9 miliardi di euro l’anno, pari a circa 1,3 volte l’intero Pil di Malta. Un dato che colpisce e che rende l’idea di quanto sia sottostimata la forza lavoro femminile in Europa.
Secondo uno studio della Commissione europea sull’impiego delle donne nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic), la valorizzazione del binomio “donne e tecnologia” porterebbe enormi benefici per l’ intera economia comunitaria. Le aziende con più donne ai posti di comando sono, infatti, più redditizie del 35% e assicurano ai propri azionisti circa il 34% in più di utili rispetto a imprese omologhe.
Perché allora non beneficiarne? Come mai sono ancora poche le donne protagoniste nel settore digitale? I principali ostacoli secondo l’esecutivo di Bruxelles sono i soliti: le tradizioni culturali, gli stereotipi sul ruolo delle donne, fattori socio-psicologici e infine barriere esterne come un ambiente a forte predominanza maschile, le difficoltà di conciliare vita privata e vita lavorativa e la mancanza di modelli di riferimento nel settore. Ad oggi, appena 29 laureate su 1000 conseguono un diploma universitario di primo livello nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (contro 95 uomini su 1000) e solo 4 su 1000 lavorano effettivamente nel comparto.
Eppure, rispetto alle colleghe in altri comparti economici, le addette del settore digitale guadagnano quasi il 9% in più e possono organizzare l’orario di lavoro in modo molto più flessibile e sono meno esposte al rischio di disoccupazione (entro il 2015 si prevedono nell’Ue 900mila posti vacanti nel comparto Tic). Indubbiamente un grosso incentivo ad intraprendere una carriera nel settore.
Per Neelie Kroes, commissaria europea responsabile per l’Agenda digitale “ormai non ci sono più dubbi: più donne in azienda vuol dire aziende più prospere.” Secondo la Vice-presidente della Commissione “è davvero il momento che il settore delle tecnologie dell’informazione si renda conto dell’enorme potenziale del lavoro femminile e dei benefici economici che può portare”.
Occorre promuovere il settore, investire e convincersi che la prossima frontiera è quella di fare in modo che non vi siano limiti o ostacoli di genere per l’accesso in settori di lavoro strategici ed in espansione, come quello delle tecnologie dell’informazione.
M. F.
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