L’esecutivo Ue ricorda che devono essere i Paesi membri a presentare “domande specifiche”, e sull’ipotesi di creare corridoi umanitari afferma che è “fuori dalla realtà”. I deputati italiani chiedono di organizzare a Strasburgo una fiaccolata per i morti di Lampedusa
In poche giornate come quella di ieri l’Europa è stata presente nelle parole di politici e cittadini italiani. Sgomenti di fronte a quei corpi che si allineavano sulla banchina del porto di Lampedusa, incapaci di trovare un responsabile o un interlocutore, in tanti hanno rivolto lo sguardo verso Bruxelles. “L’Italia non sia abbandonata”, “l’Ue intervenga”, “si faccia carico della situazione”, “il problema riguarda tutta Europa”, si sono susseguiti gli appelli nel corso della giornata. Invocazioni a cui oggi la Commissione tenta di rispondere.
In primo luogo l’esecutivo Ue ribatte con forza a chi lamenta la sua sostanziale inazione. “È falso dire che la Commissione Ue non ha fatto nulla” per rispondere alle richieste di aiuto arrivate dall’Italia, si scalda rispondendo ai giornalisti, Michele Cercone, portavoce della commissaria Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstrom: “Non lo accetto perché non è vero. Siamo intervenuti e abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato chiesto – dichiara – abbiamo messo in campo misure legislative e strumenti concreti”. Prima di tutto l’Agenzia Frontex, che dovrebbe permettere un coordinamento nel pattugliamento delle frontiere esterne degli Stati membri: “Ha salvato 16 mila vite nel Mediterraneo” ricorda Cercone.
Se l’Ue non ha fatto di più, fa poi capire il portavoce, è anche colpa dell’Italia stessa. Siamo “pronti ad assistere le autorità italiane qualora ci presentassero richieste specifiche”. Che, a quanto pare, non sono arrivate: “Quando uno Stato membro ci chiede dei fondi noi li forniamo e quando ci chiede di intervenire, Frontex interviene”. Occorre però che “gli Stati membri dicano quali sono le loro necessità, i loro problemi, ogni volta che abbiamo ricevuto una richiesta, non solo dall’Italia, ma da qualsiasi Stato membro, siamo intervenuti”.
Anche in questo modo, ammette la Commissione, sarà impossibile evitare tutte le tragedie o tutti i morti nel Mediterraneo. Le domande di interventi a Frontex sono in continuo aumento a fronte di un budget che si riduce. Per il 2013 ci sono 85 milioni di euro di cui 50 per il finanziamento di missioni operative, anche al largo dell’Italia. Impossibile anche considerare l’ipotesi di aprire corridoi umanitari: “Non abbiamo le competenze – ricorda Cercone – e comunque dovrebbero essere basati su accordi con paesi terzi come la Libia, ove non sapremmo neanche a quali autorità rivolgerci”.
La soluzione difficilmente potrà essere anche la modifica del regolamento di Dublino, che stabilisce criteri e meccanismi che determinano lo Stato membro competente per l’esame di una domanda di asilo. “Un’ampia maggioranza” dei Paesi membri dell’Unione Europea, ricorda il portavoce di Malmstrom, “si è espressa in passato contro questa ipotesi” che oggi molti, tra cui il ministro dell’interno Angelino Alfano, tornano a evocare.
Di immigrazione si parlerà ancora nel Consiglio Affari interni di martedì: la richiesta dell’Italia di inserire un punto sul tema tra gli ordini del giorno è stata infatti formalmente accolta. Anche il Parlamento europeo continuerà a tenere alta l’attenzione sul tema e ha già fatto sapere che in apertura della sessione plenaria della prossima settimana sarà osservato un minuto di silenzio per le vittime del naufragio mentre il Presidente, Martin Schulz, leggerà una dichiarazione di cordoglio e ricorderà la necessità di una condivisione di responsabilità da parte di tutti i Paesi membri.
Per chiedere che il Parlamento mostri di non essere rimasto indifferente di fronte alla tragedia, oggi gli eurodeputati italiani hanno inviato una lettera Schulz. Nella missiva, firmata da dai due vicepresidenti italiani dell’Assemblea di Bruxelles, Gianni Pittella e Roberta Angelilli, e dai capigruppo del Pd David Sassoli, del Pdl Giovanni La Via, dell’Udc Giuseppe Gargani e dell’Idv Niccolò Rinaldi, i parlamentari chiedono al Presidente di “farsi carico di un piccolo gesto, come una fiaccolata simbolica da svolgersi presso il Parlamento europeo a Strasburgo” per “mostrare vicinanza alle vittime e lanciare un appello per svegliare le coscienze di tutti noi, affinché tutto questo possa non ripetersi di nuovo, e chiedere alle Autorità competenti di compiere il loro dovere”.
Letizia Pascale