La ditta che gestisce il servizio ha deciso di sospenderlo a fine mese
Niente più mensa e niente più bar per il Consiglio Ue. La ISS Catering, la società belga responsabile da inizio anno della ristorazione interna di palazzo Justus Lipsius, interrompe l’attività e abbandona l’istituzione comunitaria. Che le cose non andassero bene lo si era capito già dallo sciopero di diversi giorni messo in atto dai suo dipendenti due settimane fa, con i sindacati che lamentavano condizioni di lavoro insopportabili. Con una decisione unilaterale l’azienda ha rescisso il contratto, informando prontamente il segretariato generale del Consiglio. Questo significa che da adesso si riavvia il bando di gara. Nel frattempo ISS Catering garantirà il servizio fino al 31 ottobre poi, dall’1 novembre, la gestione di bar e mensa interni saranno affidati a una ditta provvisoria fino al lancio e alla chiusura del nuovo bando di gara. Questo, almeno, il piano approntato dal segretariato generale per scongiurare che dopo il 31 ottobre mensa e bar restino chiusi. Fonti Api (l’associazione internazionale della stampa) fanno sapere che sarà il Consiglio a decidere quale sarà la ditta incaricata di offrire un ‘servizio ponte’ fino all’arrivo dei nuovi responsabili.
A dettare la rescissione del contratto i mancati introiti registrati da ISS Catering. La società – cui era stata affidata la ristorazione interna del Consiglio fino al 2017 e subentrata all’italiana UniJolly – avrebbe denunciato ricavi “molto più bassi” di quanto preventivato, per rendite non più sostenibili. In questo magro bilancio incide sicuramente il crollo verticale registrato nel bar dell’area stampa: qui i prezzi sono stati aumentati a dismisura, tanto che la stessa Api aveva invitato i giornalisti di tutte le delegazioni a non usufruire dei servizi offerti. Solo per fare un esempio, un caffè è arrivato a costare 2 euro, quando in tutte le altre istituzioni (Commissione e Parlamento) costa 1 euro e addirittura nel bar degli impiegati dello stesso Consiglio costa appena 65 centesimi. Ma se questa può essere una spiegazione, di certo non è “la” spiegazione alla rinuncia di ISS Catering.
Il bar della stampa rappresenta appena l’1% dell’attività di ristorazione, e il personale interno di palazzo Justus Lipsius non è diminuito. Sembra che a gravare sul bilancio aziendale sia l’assenza di incentivi del Consiglio. Dall’Api ricordano che fino all’arrivo di ISS Catering il Consiglio contribuiva al funzionamento dei servizi di ristorazione. Con il nuovo contratto (quello stipulato dalla ditta ora partente) era stato stabilito che la ditta avrebbe dovuto mantenersi da sé. Una condizione che spiegherebbe l’aumento vertiginoso dei prezzi nel bar riservato ai giornalisti, e che potrebbe mostrare come senza finanziamenti dell’Ue in Consiglio (come in ogni mensa aziendale) non sia possibile mangiare. Condizionali che ci si augura vengano eliminati con il prossimo contratto, una volta che questa vicenda sarà definitivamente chiusa.
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