I corsi di formazione i più colpiti: “bustarelle” e “mazzette” in oltre un caso su quattro, poi il settore idrico (27%). Meno frequenti i casi nel settore stradale (13%)
Il peso della corruzione fa segnare numeri impietosi in Europa ma soprattutto in Italia, dove ad essere colpiti dal malaffare sono oltre il 10% delle gare per appalti pubblici, quando invece in Francia e Olanda i tassi di corruzione si attestano rispettivamente al 3% e all’ 1% delle gare per l’aggiudicazione dei contratti.
Dando un’occhiata ai dati raccolti dalla Price&Waterhouse, per conto dell’Olaf – l’agenzia antifrode europea – il Belpaese è uno degli Stati più colpiti dalla piaga della corruzione, oltre ad essere quello a pesare maggiormente sul bilancio delle perdite a livello comunitario. Dei 120 miliardi che ogni anno si stima che l’Europa perda a causa della corruzione, circa 60 miliardi – la metà – viene dall’Italia. Un primato in negativo difficile da eguagliare, e che evidenzia quanto il nostro Paese sia a rischio ed abbia importanti carenze nella trasparenza.
Il rapporto è stato presentato all’Europarlamento come contributo ad un’audizione sui costi della corruzione nelle gare di appalto continentali. A livello europeo, sono i corsi di formazione ad essere colpiti maggiormente. La possibilità che “bustarelle” e “mazzette” circolino in questo settore si verificherebbe in oltre un caso su quattro (28%), seguita dal settore idrico (27%). Meno frequenti invece i casi di corruzione nel settore stradale (13%) soprattutto grazie ai controlli più stretti. Il dato è invece quasi il doppio nelle ferrovie, soprattutto alla voce “materiali”.
In Italia, il problema principale sono le gare truccate, quelle in cui la partecipazione è richiesta “pro forma” ed il vincitore è in realtà già stato deciso precedentemente a tavolino. Fenomeno che si verifica in oltre il 63% delle violazioni delle regole. Il conflitto di interesse – cioè l’attribuzione a parenti o amici – è “appena” al 23%.
Secondo il rapporto, posta 100 la massima correttezza e legalità, l’indice italiano si ferma solo a 57, in compagnia dei rumeni a 55. Manco a dirlo Francia e Olanda sono rispettivamente a 91 e 97. Tuttavia qualche merito lo abbiamo anche noi. Se guardiamo alle frodi al bilancio Ue (campione 2000-2006) i nostri inquirenti hanno scoperto oltre il 39.5% del totale delle malefatte. Il che vuol dire che, se da una parte in Italia circola tantissima corruzione, dall’altra facciamo tanto per combatterla. Anche se, a leggere le statistiche, i tedeschi ci battono nell’identificare i colpevoli e carcerarli.
La colpa dei problemi italiani? Secondo il rapporto, dipenderebbe dalla mancanza di capacità dei funzionari pubblici e dalla poca trasparenza del settore, soprattutto in un quadro in cui cartelli privati e criminalità godono di ingenti risorse, crescente potere ed enormi capacità organizzative.
Marco Frisone