Il Parlamento europeo ha scelto i tre finalisti. Accanto alla talpa del Datagate Usa e alla ragazza pakistana simbolo della lotta per i diritti delle donne, anche tre dissidenti bielorussi
La grande favorita è Malala Yousafzai, la sedicenne pakistana divenuta simbolo della lotta contro i talebani, e paladina del diritto all’istruzione. Ma in lizza per il premio Sakharov, riconoscimento che il Parlamento europeo conferisce ogni anno per onorare persone che “lottano contro l’intolleranza, il fanatismo e l’oppressione”, c’è anche Edward Snowden, la ‘talpa’ della National Security Agency all’origine del Datagate Usa. Proprio in questi giorni i parlamentari delle Commissioni Esteri e Sviluppo hanno definito la rosa dei tre finalisti, di cui fanno parte anche i tre dissidenti bielorussi Ales Bialatski, Eduard Lobau e Mykola Statkevich.
A sostenere la candidatura della giovane Malala, candidata anche al Nobel per la pace, i tre principali gruppi politici: i popolari del Ppe, i socialisti-democratici dell’S&D e i liberal-democratici dell’Alde. Snowden, invece, è sostenuto dai Verdi e dalla Sinistra unitaria, mentre i tre dissidenti bielorussi sono stati nominati da circa 40 eurodeputati. Le nomine per il premio Sakharov, che deve il suo nome al dissidente sovietico, Andrei Sakharov e che viene consegnato dal Parlamento dal 1988, possono essere infatti proposte da gruppi politici o fazioni di almeno 40 eurodeputati.
I tre dissidenti bielorussi sono in carcere da una manifestazione di protesta avvenuta a Minsk nel dicembre del 2010, quando il popolo scese in massa in piazza per protestare contro la discussa ri-elezione del presidente Alexander Lukashenko. Snowden, secondo il gruppo che sostiene la sua candidatura, meriterebbe il riconoscimento perché “ha rischiato la sua vita per confermare quello che sospettavamo da tempo sulla sorveglianza di massa online, un grande scandalo dei nostri tempi”. Ormai famosa la vicenda di Malala, che da anni si batte per il diritto all’istruzione delle donne in una zona del Pakistan in cui i talebani proibisce loro di andare a scuola. Dall’età di 11 anni la ragazza ha iniziato la sua lotta scrivendo un blog sotto pseudonimo e per questo è divenuta un simbolo per molte donne ed ha subito attentati da parte dei fondamentalisti.
Il vincitore del riconoscimento,che in passato è stato assegnato anche a personaggi del calibro del presidente sudafricano Nelson Mandela o della leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, sarà annunciato il 10 ottobre a Strasburgo. La cerimonia di premiazione si svolgerà invece il 20 novembre.
L. P.