Bruxelles preoccupata per la nuova crisi politica italiana. Dietro ai “no comment” ufficiali, in Europa aumenta la paura di nuove ripercussioni dell’instabilità politica sulla situazione economica
La parola scelta a Bruxelles è “preoccupazione”. La esprimono un po’ tutti, tranne, come al solito, gli abbottonati portavoce della Commissione, scavalcati nel loro mestiere da commissari e altre leader Ue. Al palazzo del Berlaymont ufficialmente è “il momento di non parlare”, quello di “rispettare il processo democratico in corso”, di “seguire attentamente le evoluzioni”. Ma dietro ai “no comment” e alle dichiarazioni diciamo “abbottonate”, le preoccupazioni di Bruxelles sulla possibile crisi politica che rischia di rigettare l’Italia nel caos, sono quantomai evidenti. L’instabilità non può non farsi sentire sul risanamento dei conti pubblici e su quegli impegni che l’Europa continua a chiederci di rispettare. Così, se la portavoce dell’esecutivo comunitario Pia Ahrenkilde-Hansen, prende tempo dicendo che “non ci sono commenti in questa fase”, in attesa almeno del voto di fiducia di mercoledì, uno dei commissari più importanti, il responsabile del mercato interno, Michel Barnier, incontrando a Bruxelles Franco Frattini, si lascia sfuggire che “preoccupazioni serie” ci sono. La tenuta politica è precondizione per una stabilità economica, ribadisce il Commissario, impensierito dall’aumento dello spread.
“Preoccupato” anche il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy che “teme scorribande dei mercati in caso di elezioni anticipate in Italia”. Non dorme sonni tranquilli nemmeno il commissario per gli affari economici e monetari, Olli Rehn che segue “con attenzione” ciò che accade a Roma, in attesa della bozza di legge di stabilità che dovrebbe arrivare entro fine ottobre. Proprio oggi Rehn avrebbe dovuto discuterne con il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, costretto invece in Italia dai venti di tempesta.
Nonostante la situazione non è invece mancato al Consiglio affari generali a Bruxelles, il ministro per gli affari europei, Enzo Moavero che ha confermato: nei “contatti con gli altri ministri e con le istituzioni europee” vedo quanto sia importante “che il nostro Paese possa avere una via di solida governabilità e stabilità”. “Tra gli inquilini del condominio Europa – ha aggiunto – c’è preoccupazione per ciò che accade a un vicino”. A riassumere l’aria che tira fu, già qualche giorno fa, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: “Spero che l’Italia resti stabile – disse incontrando alcuni giornalisti – perché dalla stabilità dell’Italia dipende la stabilità dell”Europa, ma forse è solo un pio desiderio”.
E le voci dei vicini impensieriti, in effetti, cominciano a farsi sentire. “Naturalmente vogliamo un governo stabile in Italia” commenta da Berlino il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, dicendosi fiducioso che “le forze politiche italiane lavoreranno per stabilizzare la situazione”. Un auspicio condiviso dal capo del governo spagnolo, Mariano Rajoy, secondo cui l’Italia deve risolvere i propri problemi “per il bene suo e della Spagna”. Il quadro economico iberico, ha sottolineato il premier, era peggiorato a causa di quello italiano e che adesso è migliorato.
Molto meno diplomatica la stampa internazionale sulla nuova crisi italiana. Per il quotidiano economico tedesco ‘Handelsblatt’, Silvio Berlusconi è “un irresponsabile” e “un nemico del proprio Paese”, visto che la fine del governo ora sarebbe “disastrosa”. Il britannico ‘The Guardian’ si chiede cosa stia succedendo nella testa dell’ex premier, suggerendo che forse a 77 anni, prova ormai qualche “perverso piacere nel tenere ostaggio la coalizione di governo”: “quando c’è un uomo incapace di separare il proprio destino da quello del proprio Paese – conclude l’articolo – c’è la ricetta per un disastro”. Anche per spagnolo ‘El Pais’ l’Italia non può permettersi di avere ancora Berlusconi nel proprio apparato politico e di restarne ostaggio, passando da una crisi all’altra. Per il Wall Street journal, che alla crisi politica italiana oggi dedica anche l’apertura, Berlusconi è come un moderno Nerone. Lui e Letta, titola un commento, “suonano la cetra mentre Roma brucia”. Per il quotidiano americano gli italiani, “unici tra i Paesi euro, sono stati riluttanti ad assumersi responsabilità per i guai della Nazione”: la classe politica “ha presentato la crisi come qualcosa fatto ai danni dell’Italia da Bruxelles, Francoforte o dagli speculatori”.
Punta il dito contro Silvio Berlusconi anche il gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo per cui il leader Pdl non ha “senso della responsabilità” e vuole condannare il Paese all’instabilità. Non è però esente da colpe neanche la famiglia politica europea della destra italiana: “Il Ppe – accusa il leader socialista, Hannes Swoboda – avrebbe dovuto prevenire le dimissioni dei ministri del Pdl dal governo nell’interesse della stabilità, ma la volontà o il potere di farlo devono essere mancati”.
Letizia Pascale