Il ministro delle finanze rassicura la Commissione Ue: entro il 2015 saremo sotto il tetto del 3% del rapporto deficit/Pil
La Francia rispetterà gli impegni di bilancio, correggendo il deficit in eccesso e attuando le riforme necessarie per la crescita e l’occupazione. E’ quanto garantito dal ministro dell’Economia e delle finanze francese, Pierre Moscovici, in occasione dell’incontro con il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn. La Francia in questo momento è oltre il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil fissato dal patto di bilancio europeo, ma “siamo in linea con gli obiettivi di riduzione del deficit nominale e strutturale”. Già oggi la situazione sembra essere sotto controllo. “Nel 2013 è vero che superato la soglia del deficit nominale, ma gli obiettivi di deficit strutturale sono stati rispettati”. E il lavoro del governo francese proseguirà in modo tale da avere i conti in ordine entro i termini concordati con Bruxelles. La Commissione europea ha concesso a Parigi due anni in più per ricondurre sotto il 3% il rapporto deficit/Pil, obiettivo che da accordi doveva essere raggiunto da tutti entro la fine di quest’anno. Ma la Commissione europea ha deciso di abbandonare la via del solo rigore e riconoscere della flessibilità dando tempo alla Francia fino al 2015 per mettersi in regola. “Il deficit nominale sarà al 3,1% nel rapporto sul Pil nel 2014, e sotto il 3% nel 2015”, ha assicurato Moscovici
A Rehn il ministro francese ha anche promesso di procedere con le riforme necessarie per ridare slancio all’economia nazionale, sottolineando che a Parigi non si sentono sotto esame. “E’ stato un dialogo normale”, ha rimarcato. “La Commissione europea è qua per far rispettare le regole, quindi è logico che la Commissione chieda chiarimenti ed è logico per me dare delle risposte”. Le risposte sono quelle contenute nel progetto di legge Finanziaria presentato ieri in Consiglio dei ministri. Una bozza discussa con Rehn, che si prenderà tutto il tempo necessario per valutarla prima di esprimersi. “L’importante è che le azioni intraprese siano in linea con le raccomandazioni specifiche per paese della Commissione”, ha detto Rehn, che per esprimere primi giudizi aspetta però il 5 novembre, quando pubblicherà le previsioni macroeconomiche autunnali.
R.G.