L’Ast, cuore del settore siderurgico nel centro-sud Italia, doveva essere ceduta a terzi dopo la fusione Outokumpu-ThyssenKrupp. Al Parlamento europeo, i deputati della delegazione italiana scrivono ad Almunia per sollecitare un intervento di Bruxelles
Garanzie sul futuro dell’ Acciai Speciali Terni (AST), un’azienda che ad oggi rappresenta circa il 20% del PIL della regione Umbria. Le chiedono in una lettera indirizzata al commissario alla competizione, Joaquín Almunia, gli eurodeputati del Ppei Alfredo Pallone, Roberta Angelilli, Alfredo Antoniozzi, Paolo Bartolozzi, Potito Salatto e Marco Scurria. Per il gruppo dell’ S&D è stato Roberto Gualtieri ad avanzare un’interrogazione urgente sulla situazione dell’azienda di Terni. Nella serata di oggi è poi stata presentata un’altra interrogazione, bipartisan, a firma di tutti gli eurodeputati italiani eletti nella circoscrizione Centro, dove si riprendono le stesse sollecitazioni.
Il polo siderurgico umbro sta suscitando, in maniera trasversale, le attenzioni degli europarlamentari italiani, preoccupati principalmente per il futuro dell’azienda. Le Acciaierie di Terni rappresentano infatti una delle realtà industriali di maggior rilievo nel centro-sud del Paese. Quando il 7 novembre 2012 la Commissione europea approvò il piano di fusione tra il gruppo industriale Outokumpu e la ThyssenKrupp, la più importante azienda europea nel settore siderurgico, l’Antitrust europeo decise di subordinare la fusione, alla cessione di AST a terzi, in modo da assicurare una concorrenza effettiva all’interno del mercato europeo della siderurgia, e far sì che AST potesse ancora ricoprire un ruolo di azienda concorrente a Outokumpu.
La cessione di AST, attesa a distanza di pochi mesi, non si è però mai concretizzata. Dopo quasi un anno, l’azienda siderurgica umbra è ancora di proprietà di Outokumpu. Una situazione, questa, che ha non solo ripercussioni negative sulla competitività dello stabilimento, ma che desta anche diverse preoccupazioni sia tra le autorità nazionali (e locali) che tra i lavoratori. Le ragioni sono molteplici: la produzione dei laminati sta calando, la posizione nel mercato di AST si è deteriorata, l’incertezza sul futuro di AST non consente investimenti negli impianti e la concorrenza, anche da parte di Outokumpu, si fa sempre più agguerrita.
Nella lettera scritta dai deputati italiani del PPE e nell’interrogazione di Roberto Gualtieri le richieste al commissario Almunia sono sostanzialmente le stesse: garanzie che il futuro acquirente delle Acciaierie di Terni sia “una realtà industriale europea con un adeguato business plan” ed un impegno dell’esecutivo di Bruxelles a “sbloccare l’attuale situazione di incertezza nel più breve tempo possibile”.
Da recenti notizie filtrate a Bruxelles, sembrerebbe che la Commissione abbia concesso ad Outokumpu fino al primo trimestre 2014 per finalizzare la cessione delle Acciaierie di Terni. Gli eurodeputati sembrano determinati a vigilare che non vengano concesse ulteriori proroghe da Bruxelles.
Ma.Fr.