Lo ha stabilito la Corte dei Diritti dell’Uomo in un procedimento avviato da due cittadini di Benevento. La legislzione dovrà essere modificata
Lo Stato deve garantire, e pagare, i debiti contratti dai Comuni quando finiscono in dissesto finanziario. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo, accogliendo il ricorso di due cittadini beneventani. Giovanni De Luca e Ciro Pennino, vantano complessivamente crediti per circa 64mila euro nei confronti del Comune, ma non hanno più avito speranza di avere i loro soldi dal 1993, quando l’amministrazione andò in dissesto finanziario.
I due fecero causa, e le vinsero, Pennino nel 1987 e De Luca nel 1992. Ma intervenne la dichiarazione di bancarotta, con conseguente nomina di una commissione straordinaria per la liquidazione, sulla quale i due non potevano ottenere, secondo la legge italiana, una ingiunzione al pagamento.
Il debito, intanto andava aumentando, e i due hanno deciso di ricorrere alla Corte di Strasburgo, la quale ha respinto l’argomentazione dell’avvocatura dello Stato secondo la quale la eccezionale circostanza dell’insolvenza dell’ente locale giustificava il fatto che non era stato possibile onorare i debiti. Secondo i giudici, invece, “come organismo dello Stato una autorità locale non può usare le sue difficoltà finanziarie come scusa per non onorare i suoi impegni”.
Lo Stato italiano è ora tenuto a pagare ai due 80mila euro per danni morali e pecuniari.
Ora lo stato italiano, nel rispetto delle norme in vigore tra gli aderenti al Consigli d’Europa, del quale la Corte è espressione, dovrà adeguare la sua legislazione a quanto stabilito dalla Corte.
Ezio Baldari