Per l’Europa è andata bene. Le elezioni tedesche di ieri hanno chiaramente bloccato le forze più euroscettiche o apertamente anti-europee, come i liberali e Alternativa per la Germania. L’Fdp non è neanche arrivato al Bundestag, ed è la prima volta dal 1945, mentre il nuovo partito dei professori non ce l’ha fatta alla sua prima prova, pur ottenendo un buon risultato. E se è probabilmente vero che i liberali sono fuori anche per colpa dell’Afd, che ha raccolto i voti più “a destra”, è anche vero che gli elettori hanno scelto un voto più europeo: sommando i voti elle due forze manca sempre un abbondante 5% rispetto al risultato dei soli liberali nel 2009.
Che la scelta degli elettori sia stata pro-europea lo possiamo dire sommessamente, è difficile capire con precisione quanto le politiche europee di Angela Merkel abbiano pesato nelle scelte elettorali dei tedeschi, e soprattutto quanto lo hanno fatto in relazione alle questioni interne, dove, chiaramente, le scelte della cancelliera sono state premiate. E’ però certo che l’Europa ha contato più del solito in questo volto, essendo la Germania coinvolta direttamente, con i suoi soldi, nelle politiche di salvataggio di paesi come la Grecia e il Portogallo. Gli elettori hanno però detto che sì, questi paesi vanno aiutati, che è stato giusto farli restare nell’euro. Il prezzo si dirà, giustamente, è stato alto, ma i cittadini tedeschi avrebbero anche potuto dire che invece si era stati troppo leggeri, e votare per l’Afd. Non lo hanno fatto, hanno “super”, come ha detto lei stessa, premiato Merkel ed hanno dato un contentino ai grigi socialdemocratici, regalandogli oltre due punti e mezzo in più.
Certo i verdi, europeisti, sono stati puniti, ma sembra che la scelta autonoma di Merkel di uscire dal nucleare gli abbia notevolmente spuntato le armi. Alla fine dei conti resta che la cancelliera tedesca, il polacco Donald Tusk, il lussemburghese Jean-Claude Juncker (che ora si è dimesso, ma per motivi non legati alla crisi) sono gli unici capi di governo europei, ad essere passati indenni dalla crisi economica.
Ora i numeri e il sentimento dei tedeschi dicono che si va verso una coalizione tra Cdu-Csu e Spd. Anche questa volta, la terza, Merkel non è riuscita a vincere da sola ed anzi, dovrà allearsi con i suoi avversari “naturali”. Ha avuto molti voti, ma come una mantide ha ucciso i suoi alleati liberali( che in realtà non amava poi tanto), come fece già tra il 2005 e il 2009 con i socialdemocratici, che ora stanno faticosamente risalendo la china.
Per l’Europa la nuova alleanza potrebbe essere una buona combinazione. Certo alle Finanze resterà il duro Wolfgang Schaeuble, ma se si farà l’accordo (e non sarà cosa semplice) tradizionalmente gli Esteri toccano al partito minore e dunque ai socialdemocratici. Non ci sarà nessuna rivoluzione, nessuno scossone nemmeno, ma probabilmente qualche apertura in più in quel Consiglio possiamo aspettarcela.
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