Evidentemente funzionari e capi di Stato mangiano con troppa voracità e hanno sfiancato i dipendenti della mensa e del bar di palazzo Justus Lipsius, sede del Consiglio Ue a Bruxelles. E così ieri i dipendenti del catering Iss, che gestisce il servizio, hanno deciso di incrociare le braccia per protestare contro le “condizioni di lavoro insostenibili”, sciopero che poi a sorpresa hanno prolungato anche ad oggi. Secondo il sindacato Fgtb la riunione avuta con i responsabili mercoledì scorso non ha portato alcun miglioramento mentre loro chiedono sostituzioni per i dipendenti malati, una revisione della gestione del servizio e anche una revisione della normativa in materia di appalti che tenga maggiormente in conto le condizioni di lavoro. Per la Csc “l’iper concorrenza del settore non fa altro che portare a un abbassamento delle condizioni di lavoro” per riuscire a “far beneficiare i dipendenti della Commissione di un piatto del giorno a 3 euro”. La mensa del Consiglio Ue fa ogni giorno un piatto di pasta ‘sociale’ a 2 euro e quella della Commissione a 3, in generale però un piatto caldo non costa meno di 4 euro e 50 e arriva fino a 10 euro.
Che le cose dal punto di vista del budget per la mensa non fossero proprio convenienti comunque lo si era capito già qualche mese fa quando il catering italiano che gestiva la mensa del Consiglio Ue, da tutti apprezzato per la qualità del suo cibo, aveva deciso di non partecipare alla nuova gara d’appalto considerando le condizioni proposte non adeguate per chiunque volesse offrire un servizio di qualità. Evidentemente la belga Iss (che li ha sostituiti) a questo non aveva pensato.
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