Rasmussen ammette: “Un attacco avrebbe conseguenze imprevedibili per la regione”
“Ma uso della forza resti sul tavolo, senza non si sarebbe giunti all’accordo Russia-Stati Uniti”
La situazione in Siria rimane delicata e difficile da gestire. Il ricorso all’uso della forza deve rimanere un’eventualità possibile ma solo come deterrente, per favorire una soluzione del conflitto che sia politica e diplomatica. Questa la linea della Nato, come espresso dal segretario generale della stessa Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, parlando al Think-thank Carnegie Europe di Bruxelles. “Partiamo dalla buone notizie: è stato raggiunto un accordo tra Russia e Stati Uniti per la distruzione delle armi chimiche”, dice rispondendo nel corso di un dibattito sul futuro della Nato. È un accordo “importante”, dato che “non c’è alcun dubbio che siano state usate armi chimiche, cosa che costituisce un crimine contro l’umanità”. Ora che c’è un’intesa “resta da vedere come verrà elaborato all’interno di una risoluzione dell’Onu, ma credo che sia essenziale che l’opzione militare resti sul tavolo, perché senza una minaccia di intervento non sarebbe stato possibile nessun accordo”.
Rasmussen, quindi, precisa. La Nato non è per la linea interventista, ma per fare in modo che si allenti la tensione su un conflitto i cui esiti sono ancora tutti da verificare. “La minaccia al ricorso dell’uso della forza – aggiunge – ha agevolato l’arrivo ad un accordo tra Russia e Stati Uniti, ma dobbiamo evitare equivoci: non c’è una soluzione militare a lungo termine”. Per spiegare il perché di questa affermazione Rasmussen ricorre a un confronto con l’emergenza in Libia. “Quello libico e quello siriano sono due casi diversi”. In Libia, evidenzia il segretario generale della Nato, “abbiamo agito sotto all’interno di una risoluzione della Nazioni Unite e in collaborazione con i partner della regione”. Con la Siria non c’è nulla di tutto questo, “ecco perché non ci è stato ancora chiesto di intervenire”. Qualora dovesse pervenire una richiesta in tal senso, si valuterebbe il da farsi, ma Rasmussen al momento vuole evitare una simile opzione. “Ritengo che un attacco militare avrebbe conseguenze imprevedibili per la regione”.
Renato Giannetti