Gli scandali Libor ed Euribor hanno mostrato che alcune banche ‘taroccavano’ i dati di riferimento per far aumentare gli interessi a migliaia di famiglie che avevano contratto un prestito. Barnier: “Garantiremo l’integrità e la qualità dei principali valori di riferimento”
Dopo gli scandali Libor ed Euribor la Commissione europea tenta di correre ai ripari per far riacquistare fiducia verso gli indici e i ‘benchmark’ usati per strumenti e contratti finanziari, primi tra tutti i mutui per la casa. L’Euribor (EURo Inter Bank Offered Rate – tasso interbancario di offerta in euro) è il sistema che misura il grado di fiducia interbancario in Europa e che viene utilizzato, tra le altre cose, per calcolare le rate mensili dei mutui a tasso variabile. Il Libor (London Interbank Offered Rate) è invece il sistema britannico. Nell’ottobre 2011 è partita una inchiesta dell’Unione Europea che sospettava dei “taroccamenti” sui tassi. Il tasso Euribor viene calcolato quotidianamente dalla Federazione delle Banche Europee (EBF), facendo una media dei tassi di deposito interbancario di oltre 50 banche. I risultati vengono comunicati poi all’agenzia Reuters che li diffonde. Più le banche sono solide e sicure, più i tassi sono alti. Il sospetto però è che in passato diverse banche si siano accordate per rilasciare insieme comunicazioni sbagliate che hanno fatto aumentare la media dell’“affidabilità” e insieme ad essa, sia il tasso Euribor che, ad esempio, le rate dei mutui di coloro che li avevano sottoscritti a tasso variabile.
Le conseguenze della manipolazione di Libor e dell’Euribor si sono tradotte in svariati milioni di euro di sanzioni comminate a diverse banche in Europa e negli Stati Uniti, accuse di manipolazione dei prezzi delle merci (ad esempio, petrolio, gas e biocarburanti) e investigazioni sui valori di riferimento per la determinazione dei tassi di cambio. Alcune associazioni dei consumatori hanno calcolato che in Italia circa 2,5 milioni di famiglie hanno sottoscritto un mutuo basato su Euriber, e che quindi potrebbero essere state danneggiate da questo reato: le stime parlano di un ammontare di quasi 3 miliardi di euro di danni possibili.
La Commissione ha allora proposto un progetto di normativa per contribuire a recuperare la fiducia nell’integrità di questi valori di riferimento. Per l’esecutivo di Bruxelles le nuove norme li renderanno più solidi e affidabili, semplificheranno la prevenzione e l’individuazione di manipolazioni e faranno chiarezza in materia di responsabilità e di vigilanza sui valori da parte delle autorità. Queste norme integrano le proposte della Commissione approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio nel giugno 2013 e volte a considerare la manipolazione dei valori di riferimento un abuso di mercato punito con severe sanzioni amministrative.
“I valori di riferimento sono il cuore pulsante del sistema finanziario. Pur essendo fondamentali per i nostri mercati nonché per le ipoteche e i risparmi di milioni di cittadini, fino ad oggi questi indici erano in gran parte gestiti in assenza di regolamentazione e vigilanza” ha dichiarato Michel Barnier, commissario per il Mercato interno. “La fiducia del mercato – ha continuato – è stata compromessa da scandali e accuse di manipolazione. Dobbiamo assolutamente porre fine a questa situazione e riconquistare la fiducia persa. Le proposte presentate oggi faranno sì, per la prima volta, che tutti i fornitori di valori di riferimento debbano essere autorizzati e soggetti a vigilanza”. In questo modo, secondo Barnier, “esse aumenteranno la trasparenza e affronteranno il problema dei conflitti d’interesse. Di conseguenza, saranno garantite l’integrità, la continuità e la qualità dei principali valori di riferimento”.
I punti principali della proposta di riforma riguardano l’attività di fornitura di valori di riferimento che sarà soggetta ad autorizzazione preventiva e vigilanza costante a livello nazionale ed europeo. La proposta prevede poi che nel determinare i valori di riferimento vengano usati dati sufficienti e accurati, che rappresentino il mercato effettivo o la realtà economica che il valore di riferimento intende misurare. Il testo prevede inoltre che venga redatto un codice di condotta che specifichi chiaramente gli obblighi e le responsabilità dei fornitori quando trasmettono i dati usati nella determinazione del valore di riferimento, tra cui gli obblighi relativi alla gestione dei conflitti d’interesse. La proposta rafforza anche la trasparenza dei dati utilizzati per calcolare il valore di riferimento e del modo in cui si realizza tale calcolo e infine chiede che i valori di riferimento critici siano controllati da collegi di vigilanza, guidati dall’autorità di vigilanza dell’amministratore del valore di riferimento e di cui farà parte anche l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Aesfem).
Alfonso Bianchi