Ieri a Trieste grande successo per l’ultimo degli otto incontri di “Debating Europe” con la vice presidente della Commissione e il ministro Moavero
I cittadini europei hanno il dovere di informarsi sull’Unione ed hanno anche il potere di influire andando a votare per il Parlamento europeo il prossimo anno scegliendo dei buoni deputati. L’uno-due è venuto ieri a Trieste, davanti ad oltre 500 persone, dove è finito in bellezza il ciclo di otto incontri con i cittadini europei “Debate on the future of Europe” che vari commissari hanno svolto in Italia. La vice presidente della Commissione Viviane Reding e il ministro per le Politiche europee Enzo Moavero Milanesi, seduti al centro di una grande Sala della Stazione marittima hanno discusso con cittadini italiani, sloveni, croati e austriaci per oltre due ore, con una Reding particolarmente brillante, che non riusciva a star ferma e dunque ascoltava le domande e rispondeva speso camminando tra il pubblico.
L’incontro non è iniziato nella maniera più brillante, in un sondaggio condotto in diretta tra il pubblico è emerso che solo il 57% riteneva che la propria voce contasse qualcosa in Europa. Ma la cosa ha sembrato stimolare particolarmente la vice presidente, che ha intanto ammonito il pubblico spiegando che “forse siete più cattivi di altri europei, che hanno dato risposte positive molto più alte”, e poi ha insistito su un punto: “I cittadini hanno uno strumento fortissimo per farsi sentire, ed è il loro voto. Per questo è importante che il prossimo anni vadano tutti a votare per il rinnovo del Parlamento e che scelgano dei buoni candidati”. Poco dopo Enzo Moavero rispondeva a qualcuno che diceva che non è facile informarsi sull’Unione che in realtà di informazioni se ne trovano molte, ci sono siti dell’Ue e siti di informazione, “ed un cittadino ha il dovere di informarsi se vuol essere un cittadini attivo in un sistema democratico”.
Reding ha poi respinto le accuse di scarsa democraticità delle istituzioni europee, come la Banca centrale europee: “Nei nostri paesi abbiamo le stesse istituzioni che trovate in Europa, che in Italia non esiste forse una Banca centrale come esiste nell’Unione? Perché in Europa dovrebbe essere diverso? Per esempio per la Bce è di fondamentale importanza che sia autonoma, dalla politica e dalle imprese, perché possa essere un vero strumento di democrazia”.
Le cose sono andate meglio con il sondaggio sulla solidarietà tra gli stati membri: per il 62% dei votanti in Europa c’è. “E la prova è che cinque anni fa, all’inizio della crisi, tanti economisti, americani e non, davano la Grecia per spacciata, prevedevano che in sei mesi sarebbe uscita dall’euro – ha ricordato Reding – Invece guardate cosa è successo, la Grecia è saldamente tra noi e nuovi paesi premono per entrare nell’euro (e alcuni lo hanno fatto anche durante la crisi) mentre alcuni premono per entrare nell’Unione”.
La vera inversione di rotta tra i sondaggi di ieri è poi arrivato con la domanda se ci si sente più forti essendo nell’Unione nell’affrontare le sfide mondiali. Per il 71% è così, “insieme siamo la prima economia del Mondo, ma abbiamo anche una popolazione che sta invecchiando- ha spiegato Reding – e dobbiamo dunque farci forza per affrontare nuove economie di paesi molto più giovani della nostra Europa che si stanno facendo brillantemente avanti. Per farcela abbiamo un solo modo, stare insieme”. Poi c’è la questione dell’istruzione, cenerentola in Europa e in molti paesi dell’Unione, che gode di pochi finanziamenti, “quando le politiche europee saranno mirate più alle persone che all’economia ecco che si troveranno anche i soldi necessari per sostenere meglio l’istruzione”, ha spiegato la vice presidente.
Passando poi per in 72% di votanti che vorrebbero il presidente della Commissione eletto direttamente dai cittadini (cosa che ha il completo sostegno di Viviane Reding) il vero successo statistico ieri è giunto quando l’83% dei presenti ha detto di volere un’Unione politica più forte. Forse è stato merito anche degli interventi di Moavero e Reding, politici appassionati ed anche abili mattattori.
Lor