Colonna sonora: Aphex Twin – Alberto Balsalm
Nella puntata precedente di “Fuori Tema” si era parlato della fine dell’estate e dopo due giorni, almeno nel Fuckin’ Nordeuropa, le temperature e le precipitazioni hanno cominciato a precipitare.
Ora, non voglio dire che si avveri quello che scrivo, anche perché vista la lochescion era abbastanza prevedibile, ma mi si permetta un piccolo test: “la prossima settimana riceverò in eredità un milione di dollari da un parente sconosciuto del Nevada”. Grazie per la comprensione.
Prima di entrare nel vivo del discorso (ovvero prima che vi accorgiate che non c’è nessun discorso, ovvero che non segue nessun filo, ovvero che il filo è ingarbugliato come quello dell’auricolare del telefono accartocciato in tasca) vorrei condividere dei versi scritti per la ricorrenza dell’11/09, perché il giorno della tragedia mi trovavo li:
“Due colpi mortali al nostro cuore:
La paura all’abbattersi del primo,
Con l’arrivo del secondo fu l’orrore.
Pensavamo di essere gli eletti,
Che nessuno ci potesse mai toccare:
Non ci salvò manco Totti col rigore”
(Stadio Olimpico, 11 settembre 2001: Roma 1 – Real Madrid 2)
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Come sempre ho passato gli ultimi giorni chiuso in biblioteca per approfondire gli argomenti da affrontare su questa rubrica: i trattati internazionali, la storia recente del medioriente, un atlante per vedere dov’è la Siria, l’elenco delle bravate USA contro l’umanità, un atlante per vedere dov’è il Nevada, la costituzione italiana, libri di giurisprudenza, la biografia di Berlusconi raccontata dagli apostoli, un atlante per vedere dov’è Arcore. Poi ho trovato un fumetto sexy anni 70 francese e mi sono concentrato su quello: storia un po’ scontata a parte un paio di colpi di scena, tipo che la lattaia in realtà era un uomo, ma disegni molto belli.
Vedo grossa mobilitazione da ambo i lati per la situazione giudiziaria e politica dell’ex premier e poca, anzi nulla, per l’intervento militare in Siria.
Dov’è finito quel popolo che tappezzava le facciate dei palazzi con le bandiere arcobaleno? Quello che strillava che l’Italia ripudia la guerra, che le prove delle armi di distruzione di massa erano una bufala, che non si può bombardare un paese per cercare un terrorista (che alla fine è riuscito a scappare anche da morto)…
Qualcuno si ricorda del 15 febbraio 2003?
In tutto il mondo contemporaneamente (fusi permettendo) milioni di persone sfilarono per protestare contro l’imminente attacco all’Iraq. Solo a Roma eravamo 3 milioni: bellissimi, colorati e determinati a gridare NO ALLA GUERRA, in quella che è entrata nel Guinnes dei primati come la più grande manifestazione pacifista della storia. È stato uno dei giorni più emozionanti mai vissuti, paragonabile forse solo a quello dello scudetto.
Abbiamo fatto sentire forte e chiara la nostra voce.
In effetti non fu ascoltata, ma ci sentimmo meno soli, mentre iniziavano a volare le bombe.
Dov’è finita tutta quella vibrazione?
Dove sono finite le bandiere?
È possibile che ormai l’unico motivo per scendere in piazza sia a favore o contro Berlusconi?
Solo il Papa mio omonimo sta facendo di tutto per evitare l’intervento armato: dopo l’Angelus, i tuits, le telefonate, gli aeroplanini dal balcone e le imeils sembra che abbia iniziato anche a citofonare porta a porta. Se vi suona non mandatelo via, siate caritatevoli e dategli un caricabatterie per il telefono.
Starei ore a scrivere tentando di raggiungere una qualsiasi conclusione ma nel frattempo sono partito per una trasferta a Vilnius, in Lituania, facendo scalo a Tallin, in Estonia e devo cercare un atlante per vedere dove diavolo mi trovo.
Buon uichènd a chi crede nella giustizia, nella pace, nello Stato, nella pubblicità, nelle multinazionali, in sé stesso e in me medesimo.
Francesco Cardarelli
PieSse:
Barbara ti assicuro che tuo padre l’ho chiamato con mille appellativi diversi, ma mai e poi mai “delinquente”.