O le compagnie toglieranno i costi aggiuntivi all’estero, o dovranno far usare un piano tariffario di una delle aziende del Paese ospitante (con la stessa sim). La commissaria Kroes: “Giappone, Sud Corea e Usa insieme hanno popolazione Ue ma la banda larga 8 volte superiore e il 4G 15 volte più diffuso del nostro. Questo fa male alle nostre imprese, doppiamo colmare il gap”
La Commissione europea ha presentato il suo piano per azzerare le tariffe roaming in tutta Europa e per riformare l’intero mercato delle comunicazioni, per cercare di rimettersi al Passo con i colossi statunitensi, giapponesi e coreani. “Con la normativa proposta oggi ci sono ottime notizie per il futuro delle comunicazioni mobili e di internet in Europa. La Commissione europea dice no ai costi del roaming, sì alla neutralità della rete, sì agli investimenti, sì a nuovi posti di lavoro” ha dichiarato Neelie Kroes, Commissaria responsabile per l’Agenda digitale.
In realtà l’eliminazione dei costi di roaming non sarà obbligatorio per le compagnie telefoniche, queste potranno scegliere se offrire piani telefonici validi ovunque nell’Unione europea (“parla ovunque come a casa”), oppure consentire ai loro clienti di “dissociare” i piani tariffari, selezionando un diverso fornitore per il roaming. I cittadini potranno cioè “scegliere il piano nazionale del Paese in cui andranno, senza cambiare carta sim”, così, “in un modo o nell’altro potranno evitare sovrattasse” ha spiegato Kroes. Una soluzione non certo agevole per i viaggi brevi, ma comunque un grosso passo in avanti.
Anche chiamare l’estero costerà meno. La proposta odierna, se sarà approvata, obbligherà le società a non fatturare, per le chiamate intraunionali da rete fissa, tariffe più elevate di quelle previste per una chiamata nazionale a lunga distanza e per le chiamate intraunionali da rete mobile la tariffa non potrà superare 0,19 euro al minuto più Iva. Per la commissione questo comporterà certo risparmi per i cittadini ma anche “una crescita positiva per gli operatori”.
La riforma punterà molto anche su sulla neutralità della rete. Sarà vietato bloccare o rallentare i contenuti di internet, fornendo agli utenti un accesso alla rete completo e aperto, indipendentemente dal costo dell’abbonamento o dalla velocità della connessione. Le imprese del ramo potranno ancora fornire “servizi specializzati” a qualità garantita (come la TV via internet, i servizi di video on demand, i servizi cloud ad alta intensità di dati etc.), purché ciò non interferisca con la velocità di connessione a internet promessa ad altri clienti. E proprio sul miglioramento della rete e dei servizi la Commissione punta per cercare di, quantomeno accorciare, il divario competitivo con i colossi mondiali. “Giappone, Corea del sud e Stati Uniti insieme hanno la popolazione Ue eppure la loro banda larga è 8 volte superiore alla nostra. Se guardiamo al 4G (la banda larga dei dispositivi mobili, ndr) è 15 volte più diffuso del nostro” ricorda Kroes sottolineando che “quando non abbiamo 4G facciamo male a Ericsson o Nokia, i nostri produttori, che devono cercare mercati all’estero e non qui”. E il tempo stringe perché “il divario sta crescendo, e noi rischiamo di perdere parecchio se non agiamo subito” avverte. Inoltre c’è bisogno che le nostre aziende non debbano essere costrette ad affidarsi a “fornitori di cloud fuori dall’Europa” e anche da noi deve esserci “un ambiente sicuro” e “di alta qualità”.
A. B.
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