“Potrebbero volerci anche 25 anni per tornare ai livelli di benessere pre-crisi”. In Italia le politiche di austerity hanno inciso in modo negativo sui livelli di povertà e disuguaglianza
Se gli Stati Membri dell’Unione Europea continueranno ad attuare politiche di austerity, in Europa nei prossimi dodici anni potrebbero esserci tra 15 e 25 milioni di nuovi poveri: un numero di cittadini europei equivalente a quello che vive oggi nei Paesi Bassi e in Austria, facendo salire il numero dei poveri nella UE a 146 milioni di persone, ovvero più del 25% della popolazione europea. Secondo il rapporto di ricerca QUELLO CHE LA STORIA (NON) CI INSEGNA. Il vero costo dell’austerità e della disuguaglianza in Europa, pubblicato alla vigilia dell’incontro dei Ministri delle Finanze dell’Unione Europea, Oxfam – ricordando le esperienze di paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina – sostiene che anche nel caso dell’Europa le politiche di austerità adottate dagli Stati Membri per superare la crisi del debito sovrano ed accedere ai programmi di salvataggio non sono riuscite a ridurre l’indebitamento e a promuovere la crescita.“In Africa, Asia e America Latina alcuni paesi hanno impiegato anche vent’anni per tornare ai livelli pre-crisi. In Europa, queste politiche stanno minando in modo irreversibile le caratteristiche del modello economico e sociale europeo così come si è sviluppato nel corso del ventesimo secolo. La nostra analisi ci indica che gli effetti di tali politiche impediranno ai più poveri di riprendersi anche quando l’Europa tornerà a crescere”, commenta Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia.“Il nostro rapporto evidenzia inoltre che tali misure di austerità stanno aumentando la concentrazione della ricchezza nelle mani del 10% di europei già più abbienti, con un aumento della disuguaglianza in Europa e all’interno degli Stati Membri che hanno adottato queste politiche. Le nostre previsioni indicano che senza l’adozione urgente di politiche di stimolo ad una crescita inclusiva, investimento in servizi essenziali, lotta all’evasione e all’elusione fiscale, nei prossimi dieci anni il divario esistente tra ricchi e poveri nel Regno Unito o in Spagna potrebbe diventare simile a quello del Sud Sudan o del Paraguay”, conclude Iachino.
Anche alcune istituzioni tradizionalmente schierate a favore dell’adozione di politiche di austerity, come il Fondo monetario Internazionale iniziano a riconoscere che le misure di austerità non sono servite a ridurre il debito pubblico e il deficit di bilancio, e hanno aumentato le disuguaglianze e rallentato o addirittura impedito la crescita economica. Tale opinione è condivisa da alcuni autorevoli economisti, come il professor Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia e former Chief Economist della Banca Mondiale, il quale commenta:
“L’ondata di austerità economica dilagata in Europa sulla scia della Grande Recessione rischia di causare danni gravi e permanenti al tanto caro modello sociale del continente. Come gli economisti, me compreso, hanno da tempo previsto, l’austerità ha solo paralizzato la crescita dell’Europa, con incrementi nelle posizioni fiscali costantemente deludenti. Ciò che è peggio, questo sta contribuendo ad aumentare la disuguaglianza che renderà duratura la debolezza economica, e concorrerà inutilmente alla sofferenza dei disoccupati e dei poveri per molti anni a venire. Il rapporto di Oxfam rappresenta un importante contributo alla valutazione dei costi di queste politiche mal concepite.”
Il rapporto di Oxfam è corredato da una serie di casi di studio paese. Lo studio sull’Italia, curato dal policy adviser di Oxfam Italia Francesco Petrelli e posto in appendice al rapporto generale, evidenzia come anche nel nostro paese le politiche di austerity abbiano inciso in modo negativo sui livelli di povertà e disuguaglianza.
“In tutto il mondo, Oxfam Italia lavora per contrastare l’ingiustizia della povertà. La nostra esperienza ci dimostra che la povertà non è un dato di fatto, ma che è spesso causata e perpetrata da politiche inadeguate ad affrontarla. Per questo crediamo anche nel nostro paese sia necessario adottare misure di stimolo alla crescita e di sostegno a servizi educativi e a politiche attive per il lavoro per contrastare la caduta di sempre più italiani nella trappola della povertà, e combattere la disoccupazione giovanile – vera piaga del nostro paese – recuperando risorse attraverso una decisa lotta all’evasione e all’elusione fiscale, anche in linea con le decisioni assunte al recente G20 e in Europa.”, commenta Petrelli.