In pericolo l’obiettivo di disavanzo al 2,9% delle nostre amministrazioni pubbliche nel 2013
Per il gruppo della moneta unica attese di un graduale miglioramento dell’attività economica a partire da bassi livelli
Spiragli di miglioramento dall’economia dell’area euro, secondo la Bce, ma in Italia aumentano i rischi per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013 (fissato al 2,9%).
I dati di cassa fino a luglio 2013 indicano in Italia, un fabbisogno finanziario cumulato di 51 miliardi di euro, in aumento da quasi 28 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2012: “Il peggioramento – avverte la Bce nel suo ultimo bollettino mensile – dovuto soprattutto all’erogazione di sostegno al settore finanziario e al rimborso di arretrati, mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013”.
L’istituzione monetaria ricorda che ad agosto “il governo ha annunciato, per l’anno in corso, l’abolizione della prima rata dell’imposta sulle abitazioni principali di proprietà. Il mancato gettito, pari a 2,4 miliardi di euro circa, ossia lo 0,1 per cento del Pil, sarà compensato mediante un contenimento della spesa e maggiori entrate”.
Migliori invece le prospettive per l’Eurozona. “La crescita del Pil in termini reali è stata positiva nel secondo trimestre, dopo sei trimestri con il segno negativo”, rileva l’istituzione nel suo ultimo bollettino mensile. E “gli indicatori del clima di fiducia fino ad agosto – si legge – confermano le attese di un graduale miglioramento dell’attività economica a partire da bassi livelli”.
L’istituzione assicura inoltre che la politica monetaria della Bce resterà morbida “finché sarà necessario”. E si ribadisce anche l’orientamento a non alzare i tassi di interesse a lungo: “Il Consiglio direttivo conferma di attendersi che i tassi di interesse di riferimento della Bce rimangano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo”.
Valutazioni però in chiaroscuro sul mercato del lavoro. Da un lato “i dati nell’area euro suggeriscono in prevalenza che le condizioni dell’occupazione si sono costantemente deteriorate negli ultimi trimestri a causa della debole attività economica”. Dall’altro, aggiunge però l’istituzione, “i recenti dati mensili sulla disoccupazione suggeriscono prospettive lievemente più favorevoli, in quanto il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro è rimasto stabile dal mese di marzo”. L’Eurotower rileva come “gli andamenti dell’occupazione sono tipicamente caratterizzati da un ritardo temporale rispetto all’attività economica”. Infatti “gli indicatori anticipatori, come quelli basati sulle indagini, segnalano un ulteriore calo dell’occupazione nella seconda metà del 2013, nonostante il miglioramento delle condizioni economiche”.
In generale “è probabile che l’occupazione si sia ridotta ulteriormente nel secondo trimestre del 2013 e si prevede che diminuisca anche nel terzo”, conclude la Bce.