Il capo del governo al Bruegel: “Le politiche devono cambiare, la presidenza italiana sarà punto di contatto”. E avverte: “Stiamo sottovalutando il rischio di un’uscita britannica”
“Voglio che la Gran Bretagna resti all’interno dell’Unione, e sogno che Francia e Germania prendano la leadership”. Sono questi i passaggi chiave dell’intervento di Enrico Letta pronunciato in occasione della cena annuale del think-tank Bruegel di Bruxelles. Letta non parla di Italia, perché il contesto è internazionale, e poi perché “l’Italia ha problemi, è vero, ma li hanno anche gli altri”. Qui sta il punto: l’Europa non ragiona da Europa. “L’Europa è troppo divisa, e questo non le permette di costruire una dimensione europea globale”. L’Italia in tal senso “dovrà essere un punto di connessione” in occasione del semestre di presidenza del Consiglio Ue.
Il nostro Paese sarà chiamato ad assumere la presidenza a giugno 2014, dopo le elezioni europee che porteranno al rinnovo di tutte le istituzioni comunitarie. E allora tutto dovrà cambiare. Servirà più unità. “Credo che dobbiamo porre fine agli accordi inter-governativi e rispondere alla crisi in modo comunitario, con accordi a ventotto”. Letta anticipa quindi che l’Italia, durante la sua presidenza, punterà su realizzazione delle riforme strutturali, coordinamento delle politiche economiche, completamento del mercato unico e meccanismi di solidarietà per la condivisione del rischio. Ma i Paesi dovranno fare ciascuno la propria parte, il che significa mettere da parte divergenze e ragionare in modo europeo. In questo progetto, rivela Letta, “sogno che Francia e Germania assumano la leadership, perché l’Europa ha bisogno di leadership, soprattutto nelle decisioni per ciò di cui ha più bisogno”.
In questa Unione europea di lettiana visione serve dunque determinazione per procedere assieme, ma oggi, denuncia e rimprovera, “sulla Gran Bretagna stiamo valutando con superficialità il grande rischio che l’Europa corre”. Per Letta la minaccia di Londra è davvero reale: la Gran Bretagna potrebbe abbandonare l’Ue. “Io non voglio che la Gran Bretagna lasci l’Unione. Io voglio che la Gran Bretagna continui a far parte dell’Unione”. Il problema, però, è che “stiamo sottovalutando” la situazione. “Dobbiamo essere più proattivi – allerta il capo di governo – o rischiamo di vedere questo rischio tramutarsi in realtà”.
R.G.