In totale arrivano nell’Ue 12.000 specie extra-europee e il 15% sono un rischio per gli ecosistemi
Per la Commissione l’unica soluzione è la stretta collaborazione tra i diversi Stati membri
La Commissione europea propone una nuova regolamentazione per catalogare e mettere al bando le “specie aliene invasive”. Non stiamo parlando di esseri venuti dallo spazio, ma di quegli animali, piante e microorganismi che l’uomo importa dai loro habitat, oltre le barriere naturali, come catene montuose e oceani, che normalmente li separano dal nostro territorio.
Attualmente in Europa sono oltre 12.000 le specie estranee ai loro ambienti naturali e circa il 15% di queste è “invasivo”. Ciò significa che alcuni animali e piante, una volta giunti in Europa, se non trovano antagonisti, si diffondono a crescita continua, diventando, così, una minaccia per le altre specie e per l’uomo.
Con la crescita della globalizzazione i viaggi e i trasporti oltreoceano continueranno ad aumentare e, con essi, il numero di specie indesiderate nel nostro continente. Se il fenomeno non viene contenuto i rischi che ne possono seguire sono molteplici: una volta trovato il giusto habitat, alcune specie si stabiliscono, si riproducono e, se più forti, arrivano a danneggiare le altre, portandole anche all’estinzione.
Le specie esotiche invasive danneggiano gravemente interi ecosistemi: ne sono esempi il ciliegio americano, nocivo per le foreste europee, e gli scoiattoli grigi che stanno soppiantando quelli rossi. L’effetto è tale che, secondo fonti europee, “dopo la perdita degli habitat, le specie esotiche invasive costituiscono la seconda causa di danno alla biodiversità nel mondo”.
Tra l’altro il problema non è solo ecologico, ma anche economico: ogni anno in Europa le specie esotiche invasive causano danni per almeno 12 miliardi di euro, sotto forma di pericoli per la salute pubblica, come il calabrone gigante asiatico e la zanzara tigre, i cui effetti possono essere letali, o come danni alle infrastrutture, la Fallopia Japonica deteriora gli edifici o, ancora, come perdite di raccolti agricoli. Di questo ultimo caso abbiamo un ottimo esempio in Italia, dove la nutria distrugge seminativi e le infrastrutture di irrigazione. Si stima infatti che tra il 1995 ed il 2000, questa specie ci sia costata 11,6 milioni di euro di danni, da aggiungersi alla spesa di 2,6 milioni per attività di controllo.
I costi che i singoli paesi devono sostenere per far fronte a questi piccoli e eterogenei disastri ambientali, se sommati, diventano ingenti. Il Commissario per l’ambiente Janez Potocnik propone così di affrontare il problema uniti. “La lotta alle specie esotiche invasive è l’esempio classico di un settore in cui l’Europa dà il meglio collaborando” ha ricordato il Commissario, che ha presentato la strategia comune. Il primo passo spetta proprio agli Stati membri che assiemee dovranno stilare la lista dei “più pericolosi”. 50 specie saranno scelte in base al numero di Stati in cui causano problemi e al tipo di rischio che la loro presenza comporta.
Le specie più devastanti saranno bandite dall’UE: non sarà, quindi, permesso importarle, acquistarle, usarle, rilasciarle o venderle.
Camilla Tagino
Per chi desideri viaggiare fuori dal continente, c’è il decalogo del buon viaggiatore extra-europeo:
– non portare a casa dalle vacanze specie esotiche di animali o piante
– non abbandonare piante e animali esotici nell’ambiente quando non sei più in grado di prendertene cura
– fai attenzione a non importare specie esotiche involontariamente
– elimina le piante che si diffondono senza controllo
– aiuta a rintracciare e gestire piante e animali che potrebbe essere un rischio per gli habitat dell’Ue
Sito ufficiale di European Alien Species Information Network – http://easin.jrc.ec.europa.eu/