Non lo so, io non penso che il Belgio sia tutto rose e fiori.
E men che meno vorrei convincere gli italiani che ci vivono a restarci, o gli indecisi a trasferircisi.
Che a me mi vien da dire, sono contento se qui in Belgio ci sono degli italiani.
Un po’. Poi anche basta, a un certo punto.
Però ecco, insomma, io volevo dire una cosa, prima stavo scrivendo un tweet, che poi già scrivere un tweet di sabato mattina alle otto emmezza, è un po’ come scrivere un libro per dei ciechi, o incidere una sinfonia per dei sordi, ma a parte questo, ho scritto questo tweet, alla fine non erano centoquaranta caratteri, erano molti di più.
-34, c’era scritto in basso a destra, che vuol dire che avrei dovuto segare via dal mio messaggio 34 caratteri, che detto così sembrano pochi, ma su un totale di 140, sono un quarto di contenuto.
Allora taglia di qua, taglia di là, sono arrivato a – 25.
E adesso cosa faccio, mi sono detto, mi sono rimesso a tagliare, taglia di qua, taglia di là, sono arrivato a -11.
Va mica bene, mi sono detto.
Allora ho pensato Potrei postarlo sulla pagina Facebook di Lady Lovely, che quell’account è collegato a Twitter, così va in automatico, non si vedrà tutto, ma almeno compare un link diretto al messaggio su Facebook, più lungo di 140 caratteri, lo faccio lungo quanto voglio.
Poi però mi sono detto, se questi di Twitter avessero voluto che la gente postasse cose più lunghe di 140 caratteri, allora avrebbero inventato un’altra cosa, e l’avrebbero chiamata in un altro modo, e avrebbe avuto un successo diverso, e delle qualità e dei difetti diversi, e così via.
Allora niente, Tagliamo ancora un po’, mi sono detto.
Taglia di qua, taglia di là, sono poi arrivato a -6, che era ancora tantissimo, non c’era più nulla da tagliare ed era tutto pieno di punti, parole abbreviate, di K al posto di CH, tipo
Sab 8 am staz Schaerbk compro bigl. Ke su intern. Non riesco
Allora, voglia scusarmi l’editore, mi sono sentito uno di quelli che credo, non sono neppure sicuro, credo uno di quelli spesso indicati come bimbiminkia, e ho pensato che tra due anni emmezzo faccio quarant’anni, magari per questa volta me lo risparmio, di scrivere tutto abbreviato rischiando di passare per un bimbominkia.
Fatto sta ed è, per usare un intercalare che usava mia nonna Elena gli ultimi tempi, che da piccolo non gliel’avevo mai sentito dire, chissà da dove le era poi uscito negli ultimi tempi, questo Fatto sta ed è, ad ogni modo, Fatto sta ed è, che adesso scrivo quello avrei voluto scrivere un’ora fa, ora sono a Breine-le-compte, tra poco sarò a Mons che ho un appuntamento di lavoro in un teatro, alle dieci di sabato mattina.
Ecco, io un’ora fa, volevo dire questo.
Otto di mattina di sabato, stazione di Schaerbeek, che Schaerbeek è una stazione di Bruxelles ma periferica, diciamo così. biglietteria chiusa, faccio il biglietto alla macchinetta, non riesco a pagare, che la macchinetta vuole solo moneta o carta di credito, e io metto la carta di credito e la macchinetta vuole un codice, io non lo so il codice, è una carta di credito, non uso mai il codice, allora mi allontano, entra nel cortile della stazione un ferroviere che deve cominciare il turno ma non lo ha mica ancora cominciato, mi si avvicina, mi chiede se ho bisogno.
Gli dico non riesco a pagare, che la macchinetta vuole solo moneta o carta di credito, e io metto la carta di credito e la macchinetta vuole un codice, io non lo so il codice, è una carta di credito, non uso mai il codice, allora lui mi dice Le faccio io il biglietto.
Schaerbeek-Mons, andata e ritorno, 50% di sconto week end, carta di credito, firmare, taaaaac, binario nove, otto e trentanove, non deve cambiare, grazie e buon viaggio.
Ecco, fosse stato un tweet, avevo già chiaro l’hashtag.
#comeinitalia