I diplomatici a differenza dei ciclisti, almeno quelli di una volta, dovrebbero distinguersi se non altro per la capacità di eloquio. Non sembra essere così nel caso di Ivan Rogers, nuovo ambasciatore della Gran Bretagna presso l’Unione europea. Il signore è ora consigliere diplomatico del premier David Cameron, il quale ha fatto una piccola “rottura” con i Tories più euroscettici, poiché Rogers è conosciuto come un “eurofilo”, ed affidare proprio a lui le briglie del rapporto con l’Ue, quando pende un referendum per l’abbandono, da alcuni non è stato visto bene.
Quel che ci ha colpito in questo su esordio nella vita “pubblica” è la sua capacità di comunicare. Commentando la propria nomina Rogers ha detto testualmente e per iscritto: “I’m honoured to be appointed the UK’s Permanent Representative to the European Union at this important time”. Una sorta di “sono contento di essere arrivato primo. Era una gara dura”. Eppure oltre che un “civil servant” è stato anche dirigente di importanti banche come Citigroup e Barclays, oltre che lo sherpa per la preparazione del G8 di Lough Erne. Ci si poteva aspettare di più.
Ivan Rogers prenderà il posto dell’attuale rappresentante Sir Jon Cunliffe dal prossimo novembre. Nel frattempo, si mormora, metterà a punto in discorso di insediamento indimenticabile.