Presentata la comunicazione sullo shadow banking. Si punta a trasparenza e sostenibilità
Il sistema di credito parallelo, quello che opera al di fuori dei canali tradizioni e per questo denominato ‘shadow banking’ (o delle ‘banche ombra’), incide sull’economia reale. La Commissione europea ha deciso che è quindi tempo di rendere più trasparente, più regolamentato e più affidabile il settore e i Fondi comuni monetari, la fonte di finanziamenti a breve termine per gli enti finanziari, le società e le amministrazioni pubbliche collegato al sistema ombra, mettendo a punto una comunicazione con le misure da adottare, comunicazione che sarà portata al G-20 di San Pietroburgo in programma domani e dopodomani. “Non vogliamo vietarli né far loro la guerra”, premette Michel Barnier, commissario europeo per il Mercato interno. “Vogliamo regolamentare e controllare il sistema bancario parallelo, e vogliamo che questi fondi comuni siano correttamente capitalizzati e trasparenti”. Il Consiglio per la stabilità finanziaria (Fsb-Financial stability board) stima in circa 51 trilioni di euro il volume del sistema bancario ombra nel 2011, pari al 25-30% dell’intero sistema finanziario e alla metà delle attività bancarie e quindi per Bruxelles. Questo circuito “ha grande importanza per la nostra economia”, riconosce Barnier. Quanto ai Fondi comuni monetari questi rappresentano volumi di attività 1.000 miliardi di euro, e detengono il 22% del debito europeo a breve termine e il 38% del debito del settore bancario. “Il problema – ravvisa Barnier – è che questi fondi non sono stabili e in caso di tensioni potrebbero mettere in difficoltà le banche”. Per questo motivo “vogliamo consolidare la fiducia e la stabilità attraverso queste proposte”.
Ecco allora le proposte dell’esecutivo comunitario. La comunicazione prevede la definizione di un quadro per i fondi comuni monetari (Fcm). In particolare si propone una gestione della liquidità che attraverso l’obbligo per i Fcm di detenere tra le attività in portafoglio almeno un 10% a scadenza giornaliera e un altro 20% a scadenza settimanale, così da poter rimborsare gli investitori che intendono riscattare la loro quota con un preavviso breve. Altro elemento chiave è la stabilità: si suggerisce l’obbligo per questi fondi di costituire una riserva patrimoniale prestabilita, da attivare a sostegno della stabilità dei rimborsi nei momenti in cui il cui il valore delle attività d’investimento diminuisce. Altro punto centrale è la trasparenza del sistema bancario ombra: per essere in grado di monitorare i rischi in modo efficace e intervenire quando necessario, “è essenziale raccogliere dati dettagliati, attendibili e completi nel settore”. Si vuole quindi procedere alla definizione di un quadro per le interazioni con le banche in quanto “l’elevato livello di interconnessione tra il sistema bancario ombra e il restante settore finanziario, in particolare il normale sistema bancario, costituisce un fattore importante di rischio di contagio”. Questo rischio per l’esecutivo comunitario potrebbe essere arginato, in particolare, mediante “l’inasprimento delle regole prudenziali applicate alle banche nei loro rapporti con entità finanziarie non regolamentate”. In ultima analisi, l’obiettivo è garantire che il settore finanziario sia coperto dai potenziali rischi sistemici e che siano limitate le possibilità di arbitraggio regolamentare, allo scopo di rafforzare l’integrità del mercato e di accrescere la fiducia dei risparmiatori e dei consumatori.
Il processo inizia oggi e si concluderà tra due anni, anticipa Barnier. “La democrazia ha i suoi tempi e dobbiamo rispettarli”. Ora la parola passa agli stati membri e al Parlamento.
R.G.