Sono soprattutto Brasile, Argentina, Russia e Ucraina a imporre dazi alle importazioni
Il commissario al Commercio De Gucht: “Una tendenza preoccupante”, se ne parlerà al G20
Mentre l’Unione europea continua a promuovere accordi di libero scambio, i suoi partner commerciali scelgono invece la strada del protezionismo. Secondo un rapporto della Commissione europea pubblicato ieri il numero delle misure protezionistiche è in cresciuto in 31 dei principali partners dell’Ue. Le proporzioni sono piuttosto eclatanti, a fronte di 150 misure adottate a restrizione del commercio internazionale, sono solo 18 quelle che invece sono state completamente cancellate, andando verso il libero mercato. Dal 2008, cioè da quando la Commissione ha iniziato il monitoraggio di queste tendenze, il numero di misure a limitazione del commercio è salito a 700.
“È preoccupante constatare che nuove misure protezionistiche continuano ad essere adottate, mentre praticamente nessuna di quelle già esistenti è stata cancellata” ha commentato il commissario Ue al Commercio, Karel De Gucht: . La Commissione ha comunque precisato che la questione è stata iscritta all’ordine del giorno del G20, e sarà discussa il 5 e 6 settembre a San Pietroburgo.
Nel rapporto dell’esecutivo comunitario viene particolarmente evidenziato l’aumento dei dazi all’importazione. Nello specifico sono soprattutto Brasile, Argentina, Russia e Ucraina a far registrare i maggiori aumenti. Ma altre misure sono state rilevate dal rapporto, come ad esempio quelle che impongono l’utilizzo esclusivo di prodotti nazionali e le delocalizzazioni d’impresa nel settore degli appalti pubblici, dove ancora una volta Brasile e Argentina sono alla guida di questa speciale classifica, seguiti dall’India. Non mancano poi le politiche per sostenere le esportazioni e aiutare le imprese locali a superare la concorrenza straniera.
Nella relazione della Commissione è inclusa una tabella che elenca le 688 misure di restrizione al commercio internazionale applicate nei 31 paesi studiati: L’Argentina è evidentemente in testa con ben 147 misure protezionistiche, seguita da Russia (99), Indonesia (73) e Brasile (59). La Cina invece, con cui l’Ue ha una serie di controversie commerciali, si attesta relativamente indietro con “soltanto” 36 misure protezionistiche individuate.