E’ il primo dei sette anni coperto da nuovo Mff. Ma si astengono Belgio, Gran Bretagna e Danimarca. Morganti (Eld): “L’Ue ha dato 100 milioni in più alla Francia e 30 all’Italia per convincerli ad accettare questo budget”
Gli Stati membri hanno raggiunto un accordo sulle disponibilità finanziarie dell’Ue per il 2014, il primo dei sette anni coperto da nuovo budget pluriennale (Mff 2014-2020). Il Consiglio Ue ha raggiunto l’intesa mediante accordo scritto, mettendo nero su bianco che dei complessivi 960 miliardi di impegni e 908 miliardi di spesa per l’intero periodo settennale 142,2 miliardi di euro di impegni e 135 miliardi di spesa servirano per il solo 2014. L’accordo non è stato tuttavia raggiunto all’unanimità: si sono astenuti Belgio, Danimarca e Gran Bretagna. Se sorprende fino a un certo punto la posizione britannica – Londra continua a essere la capofila di quanti vorrebbero un budget più snello – sorprende invece la posizione della Danimarca – solitamente allineata a Londra, è vero, ma per la prima volta con il diritto riconosciuto di un ‘rebate’ (o rimborso comunitario) di 130 milioni di euro – e colpisce anche l’astensione belga.
A dare una spiegazione è Claudio Morganti, deputato europeo espulso dalla Lega nord e coordinatore del gruppo Eld in commissione Bilanci del Parlamento europeo. “Nessuno dice che il quadro finanziario è passato solo perché l’Europa ha pensato bene di ‘regalare’ cento milioni di euro in più alla Francia, trenta all’Italia e venti alla Spagna”, denuncia. “Ai tre Stati, che erano quelli che facevano più resistenza nei confronti dei tagli al bilancio Ue, sono stati dati questi soldi, nell’ambito del Fondo sociale europeo, per combattere la disoccupazione giovanile”. Cosa significa questo? Morganti non ha dubbi. “In sostanza l’Ue li ha pagati perché i negoziati andassero avanti, senza subire ulteriori stalli”. Per dare questi soldi ‘extra’ a Italia, Spagna e Francia, continua l’europarlamentare, “il Consiglio ha deciso di tagliare del 3,6% i pagamenti per la rubrica che riguarda la crescita e lo sviluppo rispetto alla posizione della Commissione”. Di fronte a questi avvenimenti il Belgio si è astenuto dal votare il bilancio 2014, “perché l’Europa dovrebbe smetterla di prendere impegni che poi è incapace di rispettare”.
L’accordo del Consiglio sui tetti per il 2014 comunque c’è, e rappresenta il mandato negoziale per la presidenza lituana, chiamata a discutere – e auspicabilmente a chiudere – il dossier con il Parlamento europeo, che su questo testo presenterà emendamenti a partire dal 21 ottobre. Se la posizione del Parlamento divergesse da quella del Consiglio, si entrerà in sede di conciliazione (dal 24 ottobre al 13 novembre inclusi). La fase di Conciliazione è quella che si rende necessaria se nel corso della seconda lettura non si trova alcun accordo sul testo. In questa sede o si elabora un testo di compromesso – procedendo a votazione in terza lettura – oppure il testo decade.
R.G.