I deputati britannici bocciano per 13 voti la proposta di intervento contro Assad. Gli Usa “infuriati”
Il Parlamento britannico umilia David Cameron, e Tony Blair, che oggi in un intervento su La Stampa, sosteneva la necessità di intervenire contro Damasco. I tempi del rapporto “speciale” con gli Usa sono passati ma i leader, presenti ed ex, non lo hanno capito. Ieri il Parlamento di Londra, per 13 voti, a sorpresa per molti, ha bocciato la linea interventista in Siria del premier Cameron.
L’intervento perde i pezzi, con un Barak Obama all’apparenza più indeciso che mai, con l’alleanza che si sfalda e con la difficoltà di costruirla su nuove basi. Una volta tanto l’Italia non si trova spiazzata e può, per ora, continuare con la linea attendista basata sull’attesa di un mandato Onu. “Se le Nazioni Unite non ci sono, l’Italia non parteciperà”, ma la condanna dell’Italia ai crimini del regime di Assad è ferma e la risposta della comunità internazionale deve essere “netta”, ha spiegato ieri Enrico Letta.
La proposta di Cameron di in intervento al fianco degli Usa è stata bocciata con 285 voti contrari e 272 a favore. Il premier ora ha le mani legati, e sarebbe stato interessante sentire come l’ha spiegato ad Obama, che si dice sia “infuriato” con il leader conservatore. Cameron aveva spiegato ai deputati che “le prove della responsabilità del regime di Assad nell’uso di armi chimiche sono sotto i nostri occhi”. Per stimolare una risposta militare aveva anche detto che “è difficile trovare un movente” per l’attacco ma “è probabile che Assad abbia voluto lanciare una sfida”. Al momento, contro la sua popolazione e contro l’Occidente l’ha anche vinta.
Dagli Usa il portavoce del Consiglio di sicurezza, Caitlin Hayden spiega diplomaticamente che “continueremo a consultare la Gran Bretagna, ma il presidente Obama prenderà una decisione tenendo conto solo di ciò che è più giusto per gli interessi degli Stati Uniti”. Magari una telefonata prima di partire.
Il consiglio di sicurezza dell’Onu si è riunito ieri per 45 minuti, ma non ne è uscito nulla di nuovo. Al momento Mosca tiene tutti in scacco, con anche l’appoggio di Berlino: ieri nel corso di un colloquio telefonico tra il presidente russo, Vladimir Putin, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, si è convenuto che il Consiglio di sicurezza dell’Onu deve studiare il rapporto degli ispettori (il cui rientro è atteso per sabato), e entrambi ritengono che “l’Onu deve continuare a lavorare per il regolamento politico-diplomatico della crisi”.