Si definisce una linea di difesa contro l’uso delle armi chimiche, “un crimine contro l’umanità”. Dassù: “Bandite dal 1925… potenziale base legale intervento”. Bruxelles: “Attendiamo risultati dell’indagine Onu”. Assad si difende: “Accuse assurde”. La Russia: “Attacco a Damasco avrebbe conseguenze gravissime”
L’Europa affila le armi, i ministri si avvicinano a una linea comune (al di fuori delle sedi Ue, per ora) e anche l’Italia e la Germania sembrano pronte ad appoggiare la possibile iniziativa britannico-statunitense di un attacco al regime entro le prossime ore.
Dopo che il ministro degli Esteri britannico William Hague ha detto alla radio della Bbc che una risposta all’uso di armi chimiche da parte del regime siriano sarebbe possibile anche senza l’appoggio unanime del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sono intervenuti anche il collega tedesco Westerwelle e Marta Dassù. “L’uso di armi chimiche è bandito, dopo la prima guerra mondiale, dal Protocollo di Ginevra del 1925: potenziale base legale intervento”, dice la viceministra l’italiana in un tweet. Il tedesco, riporta l’agenzia Ansa, ha invece sollecitato “conseguenze” contro il regime di Damasco se sarà confermato l’uso di armi chimiche: “Sarebbe un crimine contro la civiltà”, ha detto parlando alla conferenza degli ambasciatori a Berlino. Da Ankara il governo ha fatto sapere che la Turchia parteciperà a qualsiasi coalizione internazionale che decida di intervenire in Siria anche se non sarà possibile raggiungere un più vasto consenso nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. La cancelliera Angela Merkel per ora resta ufficialmente contraria a un intervento ma per bocca del suo portavoce, Steffen Seibert, chiede una risposta internazionale “chiara e unitaria” se verra’ provato l’uso di armi chimiche da parte del regime siriano. Merkel durate il weekend ha avuto colloqui telefonici con il presidente francese Francois Hollande e il premier britannico David Cameron che ha già convocato una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale. Berlino, afferma Seibert, ritiene che vi sia una “alta probabilita'” che le trippe di Bashar Al Assad abbiano usato armi chimiche.
UE: “ATTENDIAMO RISULTATI ISPEZIONE ONU” – L’Ue preferisce non prendere ancora una posizione ufficiale e temporeggia. “Non abbiamo nessun commento sulle dichiarazioni rilasciate nel corso del fine settimana, molte delle quali sono prive di fonti. Non commentiamo ipotesi o illazioni” ha detto Sebastien Brabant, uno dei portavoce dell’Alto Rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton. per esprimersi Bruxelles aspetterà “i risultati dell’ispezione dell’Onu”. Gli inquirenti dell’Onu si stanno dirigendo verso il sito del presunto attacco chimico imputato al regime di Damasco per avviare la loro inchiesta. Lo ha reso noto un fotografo dell’Afp presente sul posto. Il fotografo ha visto gli ispettori partire a bordo di un convoglio di cinque auto, scortate dai servizi di sicurezza siriani. Il convoglio deve raggiungere la regione della Ghuta orientale, dove l’opposizione e i Paesi occidentali accusano l’esercito di aver ucciso con le armi chimiche mercoledì scorso fino a 1.300 civili. Il governo siriano e le forze ribelli si sono accordati per un cessate il fuco per consentire agli ispettori delle Nazioni Unite di operare in sicurezza.
SIRIA: “ACCUSE SONO INSULTO AL BUON SENSO” – Secondo Bashar al Assad le accuse sul presunto uso di armi chimiche costituiscono un “insulto al buon senso”. Lo ha affermato lo stesso presidente siriano, che ha avvertito che gli Stati Uniti sono destinati a fallire se attaccassero il suo Paese. “Le dichiarazioni (che accusano il regime di uso di armi chimiche, ndr) fatte dai politici in Occidente e altri Paesi sono un insulto al buon senso… È un’assurdità”, ha dichiarato Assad in un’intervista al quotidiano russo Izvestia, “Gli Stati Uniti dovrebbero far fronte a un fallimento (se attaccassero la Siria. ndr) proprio come in tutte le precedenti guerre ingaggiate, partendo dal Vietnam per arrivare ai giorni nostri”.
RUSSIA: ATTACCO A SIRIA AVREBBE CONSEGUENZE GRAVISSIME – Contraria all’ipotesi di un intervento armato anche Mosca che afferma che ogni passo costruttivo di Damasco è seguito immediatamente dalla retorica bellicosa di quanti si oppongono ad una soluzione pacifica della crisi siriana. “Damasco ha dato il suo consenso all’indagine Onu sull’incidente con armi chimiche a Ghouta. È allarmante che ogni passo costruttivo del governo sia immediatamente seguito dalla retorica bellicosa di quelli che non sono chiaramente interessati ad una soluzione pacifica del conflitto”, ha twittato il vice ministro degli esteri russo, Ghennadi Gatilov. E perciò la Russia ha messo in guardia gli Stati Uniti sulle conseguenze “estremamente gravi” di un possibile intervento militare in Siria. Un monito arrivato nel corso di un colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo americano John Kerry. “Lavrov ha richiamato l’attenzione del suo interlocutore sulle conseguenze estremamente gravi di un possibile intervento militare per il Medio Oriente e il Nord Africa o Paesi come l’Iraq e la Libia che sono ancora destabilizzati”, ha spiegato un comunicato del ministero degli Esteri di Mosca.