L’Unione europea deve imparare a scegliere con chi dialogare e come. La tragedia dell’Egitto di questi giorni è l’ennesima prova che non è possibile avere relazioni amichevoli con le dittature, perché queste non durano in eterno, perché quando finiscono troppo spesso aprono a tragedie come quelle che stiamo vivendo. Sono rarissime le dittature che non coprono un fuoco che esploderà, causando centinaia, migliaia, decine di migliaia di morti. Quando esse stesse non sterminano i propri cittadini. E’ successo, in questo secondo caso, con il fascismo in Italia, sta accadendo in Siria. Non è successo in Spagna, dove il passaggio dalla dittatura alla democrazia fu “dolce”. Ma quello è un raro e fortunato caso di dittatura sanguinaria finita quasi senza scosse, anche grazie ad un saggio ruolo giocato da un giovane Juan Carlos.
L’Egitto è la somma di tutti i mali che covano le dittature: chi è al potere è pronto a sterminare per rimanerci, appena si fa qualche apertura ecco che si scontrano storie, culture, tenute a bada come fu nella ex Yugoslavia da un dittatore centrale, come fu in Libia.
Per questo l’Unione europea non può, non deve, non è giustificata nell’avere rapporti con paesi governati da dittature. Perché queste schiacciano i diritti umani che l’Ue vorrebbe (ufficialmente) promuovere, ed anzi, così facendo l’Unione contribuisce ad alimentare odi che non trovano vie di confronto democratico, che un “bel giorno” (così salutammo la Primavera araba) con moltissime probabilità, come la storia insegna, si ritrovano faccia a faccia e non sanno come altro confrontarsi se non sparandosi in faccia e cercando in ogni modo di affermare la propria supremazia. Ci costerà, perché è vero che economicamente potrebbe costarci, in termini di prezzi di materie prime e di manodopera a basso costo, ed anche come mercati di sbocco per le nostre merci e servizi. Ma non so se ci costerà di più che affrontare crisi che poi fanno schizzare in alto i prezzi del petrolio (e dalla benzina) e della instabilità, anche terroristica, che viene alimentata.
Sempre che non vogliamo porci anche qualche problema morale e politico, che va ben oltre la real politik, ma che resta sempre sconfitto.
Lorenzo Robustelli