In media 6,9 cent al minuto. Nei Paesi Bassi 14,7, in Lituania solo 1,9, una differenza del 774%
La vicepresidente Kroes: “28 mercati non apportano i vantaggi di un vero mercato unico”
L’Italia è al decimo posto nella classifica europea dei prezzi della telefonia. Siamo nella top ten dei Paesi in cui si paga di meno per le chiamate, in media 6,9 centesimi al minuto, una cifra inferiore a Stati come la Germania (8,8), la Francia (12,7) e la Gran Bretagna (9,7), ma anche alla Spagna 13,3) e al Portogallo (7,6). Le nazioni in cui le telefonate sono più care sono Paesi Bassi (14,7), Lussemburgo (14,6) e Belgio (13,8), i più economici Lituania (1,9), Romania (2,2) e Lettonia (3,5).
Le differenze insomma sono molto forti con una differenza del 774% tra la Lituania e i Paesi Bassi. Uno squilibrio non certo spiegabile con gap qualitativi, disparità nei costi sostenuti per garantire il servizio o differenze nel potere d’acquisto dei consumatori di diversi paesi. Secondo la vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes, “come dimostrano chiaramente queste cifre, i 28 mercati della telecomunicazione presenti oggi in Europa non apportano ai consumatori i vantaggi che garantirebbe loro un mercato unico. Per l’Ue nel suo insieme è dunque fondamentale agire rapidamente per costruire un autentico mercato unico, mirando a un continente autenticamente interconnesso”.
Nel mercato unico europeo vi sono differenze di prezzo molto meno marcate per altre categorie di beni e servizi di base. Ad esempio, un litro di latte si può acquistare per un prezzo compreso tra 69 e 99 centesimi di euro ovunque in europa, con una differenza di prezzo del 43%. Determinati acquisti come ad esempio un iPad sono soggetti a differenze di prezzo dell’11%. A settembre Kroes presenterà un nuovo pacchetto legislativo mirante proprio a rafforzare il mercato unico delle telecomunicazioni.
Guarda la tabella con i costi dell’Ue (clicca per ingrandire)