La denuncia della Commissione europea: dopo l’ingresso della Croazia rifiutata la metodologia comunitaria
La Bosnia-Erzegovina rende difficili i rapporti bilaterali con l’Unione europea. Lo denuncia lo stesso esecutivo comunitario, che “si rammarica per il continuo stallo” nei negoziati con la Bosnia-Erzegovina sugli scambi commerciali bilaterali dopo l’adesione della Croazia all’Ue. Nel corso delle trattative per l’adeguamento dell’Accordo di stabilizzazione e associazione (Asa) e dell’accordo interinale alla luce dell’ingresso di Zagabria, la “Bosnia-Erzegovina continua a rifiutare la metodologia dell’Ue”. In sostanza, ravvisa e lamenta Bruxelles, Sarajevo non si adegua alle regole e alle procedure comunitarie.
La metodologia dell’Ue, ricorda la Commissione europea, consiste in un adattamento “puramente tecnico” del commercio bilaterale tra l’Ue e la Bosnia, al fine di tener conto del commercio del paese con la Croazia nel quadro dell’Associazione di libero scambio dell’Europa centrale (Cefta). “La metodologia comunitaria è stata accettata da tutti i paesi che hanno presentato domanda di adesione all’Ue, tranne la Bosnia-Erzegovina che – e qui sta il problema, per Bruxelles – chiede una revisione delle concessioni commerciali esistenti”. Gli scambi commerciali tra l’Ue e Sarajevo sono disciplinati dalla firma dell’Asa e dall’accordo interinale del 2008, che prevedono una liberalizzazione asimmetrica del commercio favorevole alla Bosnia-Erzegovina. Il paese in questione, fa notare l’esecutivo comunitario, ha beneficiato sin dall’inizio di un accesso “quasi completamente libero” al mercato europeo, mentre le concessioni commerciali sui prodotti di origine europea “sono state attuate solo progressivamente e i dazi doganali si applicano ancora per alcuni prodotti”. Attualmente la Bosnia-Erzegovina può esportare liberamente nell’Ue quasi tutte le categorie di prodotti, tranne lo zucchero, il vino e il pesce (che sono oggetto di specifiche quote). Dal momento che non è stata ancora raggiunta un’intesa per l’adeguamento dell’Asa, la Bosnia impone ora dazi sulle importazioni di prodotti agricoli provenienti dalla Croazia, in particolare sul latte e su alcuni prodotti a base di carne.
“La Commissione europea deplora l’atteggiamento della Bosnia-Erzegovina, che non rispetta lo spirito dell’Asa e dell’accordo interinale”, la reazione di Bruxelles. La creazione di una zona di libero scambio, ricordano, è una delle pietre miliari nel processo di adesione all’Ue e “l’attuale atteggiamento bosniaco rappresenta un passo indietro”. La strategia bosniaca di protezione del proprio mercato interno, avverte l’Ue, “ritarderà la creazione di una zona di libero scambio con l’Unione europea a ventotto: i consumatori del paese dovranno pagare prezzi più elevati per i prodotti che sono stati tradizionalmente importati dalla Croazia”.
R.G.